“Il ladro dei cieli” un romanzo di Christian Hill
Christian Hill nasce a Milano nel 1967. Da sempre appassionato di scrittura e narrativa, è un prolifico narratore di libri per ragazzi e pubblica per le importanti case editrici italiane.
Nell’ultimo anno sono usciti due libri molto interessanti: “1969 – Sbarco sulla luna” edito Einaudi Ragazzi, “Il ladro dei cieli” edito Rizzoli.
E’ un grande piacere per noi averlo sul nostro Blog e per questo ringraziamo Fausto Bailo e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn)
Christian com’è nata la sua passione per la scrittura?
“Scrivere è il mio modo preferito per comunicare e lo è da sempre. Mi piace l’idea di avere il tempo di formulare il mio pensiero
con precisione, e modificarlo se necessario, prima di sottoporlo agli altri… e sono vantaggi che la comunicazione orale non offre. Ho iniziato a scrivere per diletto durante le scuole superiori, ma per molti anni non ho pensato che le cose che io scrivessi potessero essere interessanti per altri. È stato attorno all’anno 2000 che il mio amico Christian Antonini mi ha rivelato che stava scrivendo un romanzo. E io mi sono detto: Un romanzo? Anch’io! Da quel momento mi sono messo anche a terminare le cose che cominciavo a scrivere”.
Quale scintilla l’ha portata a scrivere Il ladro dei cieli?
“La scintilla me l’ha messa in mano un altro amico: Pierdomenico Baccalario. Nell’estate 2017 mi ha rivelato che l’FBI aveva smesso di indagare sul caso DB Cooper. E lì è nato tutto”.
Quando ha sentito parlare per la prima volta del caso D.B. Cooper?
“È stato quello stresso giorno. Quando Pierdomenico mi ha accennato di Cooper, era la prima volta che sentivo parlare di lui e del suo dirottamento. Ma lui, che ci vede lungo, mi ha detto: fai qualche ricerca, perché potrebbe venirne fuori un bel libro. E così mi sono lanciato in questa storia e da subito mi ha affascinato”.
Come nasce il personaggio del quindicenne Rusty?
“La storia di Cooper è potente, ma è anche un fatto di cronaca ed è già documentata molto bene. A me piace di più la narrativa, amo inventare le storie e le vicende. Allora ho pensato di immaginarmi come sarebbe potuto essere Cooper da anziano e come si sarebbe posto di fronte a un ragazzino che, come lui da giovane, fosse in procinto di commettere grossi errori. Così è nato Rusty.
Volevo un ragazzo che, sotto sotto, potesse avere degli aspetti positivi – e magari risultare anche simpatico – ma che spinto dalle circostanze della vita fosse a un bivio e stesse per incamminarsi lungo il sentiero sbagliato. Il personaggio di Rusty è letteralmente figlio della propria famiglia: il suo carattere, i suoi comportamenti, le sue scelte dipendono moltissimo dalla particolare situazione familiare nella quale l’ho gettato”.
Quanto tempo è stato necessario per la realizzazione del suo ultimo libro?
“Il Ladro dei Cieli è stato abbastanza veloce da scrivere. Dopo il periodo di documentazione sulla vicenda del dirottamento aereo, durato un paio di mesi, ho scritto la parte relativa a Cooper giovane in circa un mese. Quella prima fase e ha determinato anche quanti capitoli avrei avuto a disposizione per narrare la storia di Rusty.
Questa è stata inaspettatamente semplice da scrivere: ci ho messo solo un paio di mesi. Credo di essere stato molto in sintonia con il personaggio e quindi non è stato mai difficile calarmi nella sua mente per farlo parlare o agire”.
Secondo lei quale colore del cielo può riassumere l’incontro tra Rusty e Carty?
“Per Rusty, Carter rappresenta il porto sicuro. Quell’unico punto fisso nella sua vita disastrata. Quindi: l’unica schiarita azzurra e tersa in un cielo altrimenti in tempesta”.
Progetti per il futuro?
“Sto lavorando sul mio nuovo libro. È presto per parlarne anche se sono quasi certo (quasi) che questa volta non ci saranno aeroplani”!