Il nuovo romanzo di Massimiliano Timpano per Einaudi Ragazzi
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione”.
(Piero Calamandrei)
Massimiliano Timpano è scrittore e libraio. Laureato in Scienze Politiche con una specializzazione in Storia.
Per Bompiani ha pubblicato: Chiuso per Kindle. Diario di un libraio in trincea (insieme con Pier Francesco Leofreddi) e La vita, se altro si dice. L’11 febbraio di quest’anno ha dato alle stampe La Brigata Mondiale edito Einaudi Ragazzi. Attualmente collabora anche come lettore con un’agenzia letteraria di Roma e si occupa di libri per la rivista mensile BBC History.
La Brigata Mondiale una storia forte, straziante, commovente, che si ispira alla vicenda di Ugo Forno, morto difendendo un ponte dai soldati nazisti.
E quale momento migliore per pubblicarla che oggi, 25 aprile, giorno in cui si festeggia il 75° anno della liberazione d’Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista?
E’ un piacere intervistarlo, e per questo ringraziamo Fausto Bailo e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn)
Massimiliano, ci parli di lei e di come è nata la sua passione per la letteratura…
“È sbocciata molto presto. Mi ricordo ancora il primo libro che ho voluto in regalo: avevo sette, otto anni e il libro era Le mie prigioni di Silvio Pellico. Oggi questa cosa mi fa molto ridere, ma paradossalmente il diario della prigionia di un uomo mi ha spalancato il mondo della parola scritta e della letteratura”.
Quali sono stati i suoi autori di formazione?
“L’elenco sarebbe molto lungo, ma dal momento che sono tutti morti se non ne nomino qualcuno chi vuole che si offenda. Comunque sia, quelli che mi hanno accompagnato e a cui torno ancora ciclicamente sono Mark Twain, Gustave Flaubert, Charles Dickens, Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Elsa Morante, John Fante, Federigo Tozzi, Giuseppe Berto, Antonio Pizzuto, Kafka, Salinger, King, Anna Maria Ortese, Natalia Ginzburg, Jack London”.
Come è avvenuto il suo incontro con la casa editrice Einaudi?
“Volevo che la casa editrice apprezzasse la storia al di là dell’autore, sicché ho inviato il testo direttamente a info, all’indirizzo delle proposte editoriali. Le racconto una cosa che non ho mai confessato. Soltanto dopo aver inviato il testo a Einaudi ragazzi mi sono reso conto che, rileggendolo per l’ennesima volta, il romanzo così come lo avevo scritto non funzionava. Così ho scritto nuovamente a Einaudi e ho detto loro: Scusate, ma se ancora non aveva letto il romanzo, non fatelo: non funziona. La risposta della redazione è stata: Va bene! Ce lo rimandi soltanto quando è davvero sicuro che La brigata mondiale sia scritto così come lo aveva pensato lei. Passano tre mesi, durante i quali riscrivo tutto dall’inizio. A dicembre invio la nuova versione e qualche tempo dopo mi arriva dalla casa editrice la proposta per la pubblicazione”.
Qual è stata la scintilla che ha portato Massimiliano Timpano a scrivere La brigata mondiale?
“Non era la vicenda di Ugo Forno che volevo raccontare, ma stavo raccogliendo materiale per un romanzo sui fatti di via Rasella. A un certo punto, in un libro di memorie di uno dei gappisti che prese parte all’attacco militare, mi imbatto nella storia bellissima e terribile di questo ragazzino romano di 12 anni. Ho iniziato ad approfondire e piano piano la storia, nei due anni trascorsi a studiare, ha preso forma.”
Quale atto di resistenza compì il dodicenne Ugo Forno con i suoi amici, tale da ispirarla per un romanzo?
“Il 5 giugno del 1944 Ugo Forno, questo dodicenne romano che non aveva mai dato segni di antifascismo, decide, alla testa di ragazzini poco più grandi di lui, di ingaggiare un conflitto a fuoco con i nazisti che in ritirata da Roma stavano minando i ponti per rallentare l’avanzata alleata.
Ugo Forno perderà la vita per difendere un ponte sul fiume Aniene. Se si pensa alla guerra è un fatto piccolo. Di eroismo certo, ma che non ha cambiato le sorti del conflitto. Se però quel conflitto a fuoco ha rallentato i nazisti, e se qualcuno, anche solo una persona è riuscita a mettersi in salvo grazie a Ugo Forno, ecco che allora il suo atto non è più così piccolo e assume una valenza assai diversa: se salvi anche una persona, salvi l’umanità intera”.
Ritiene che i temi trattati nel suo libro sia attuali?
“C’è la guerra e l’occupazione, c’è la violenza: c’è tutto quello che gli adulti desideravano. Ma c’è anche l’amicizia, l’avventura, e il coraggio. Ma soprattutto c’è Libero, il protagonista, che decide di muovere guerra agli adulti per difendere un luogo speciale, un luogo che abbiamo avuto tutti e di cui magari ci siamo dimenticati: l’infanzia“.
Progetti per il futuro?
“Ho scoperto con La brigata mondiale che mi piace dar voce ai ragazzini. Di recente poi ho scovato un’altra storia incredibile di un dodicenne (non siamo in Italia stavolta). Ora si tratterà di studiare, ma credo proprio che il mio prossimo romanzo di Massimiliano Timpano sia ancora dedicato ai lettori più giovani”.