Le poesie di Annalisa Rodeghiero: il suono del cuore

Le poesie di Annalisa Rodeghiero: il suono del cuore

 

Annalisa Rodeghiero fotoTi amo – Ti amo, te lo dico così, di primo mattino. Poi ci penserà il vento a scompigliarmi i pensieri e avrai tutto il tempo per confondermi ancora.

Ho voluto iniziare con queste parole d’amore di Annalisa Rodeghiero, una bella donna veneta (nella foto a sinistra) stracolma di sensibilità, creatività e talento, perchè questa volta è lei l’ospite della rubrica “Poeti & Poesie”.
Quando le ho chiesto di parlarci della sua vita, ha esordito così: “Ho avuto la fortuna di nascere ad Asiago, nel magnifico Altopiano dei sette comuni. Nei miei occhi , fino ai diciotto anni, il verde dei prati primaverili e il bianco invernale che sfiorava il cielo terso. Poi il trasferimento a Padova per gli studi Universitari , una Laurea in Biologia, una famiglia, il lavoro come Docente di Matematica e Scienze. Ma ho sempre amato la poesia e della letteratura. “

Nonostante la sua attività letteraria, diciamo così pubblica, sia iniziata recentemente ( nel 2013 il suo esordio con il Rodeghiero e Sarralibro “ Percorrimi tutta” per Art &Print al quale è seguito nel 2015 “ Di spalle al tempo” per Venilia Editrice) Annalisa ha bruciato tutte le tappe, divenendo in pochissimo tempo una delle voci poetiche più note e apprezzate.
Tante le sue poesie pubblicate in antologie e numerosissimi i Premi e Riconoscimenti Letterari ottenuti (a destra premiata da Roberto Sarra al Pegasus Literary Awards di Cattolica)

Come nascono le tue poesie?

Nascono dall’ impulso di approfondimento del rapporto con la vita, dal bisogno di guardarmi dentro. Scrivo per capire meglio quello che penso, per farmi domande senza necessariamente trovare le risposte.
Scrivo poesia perché la poesia è un andare oltre, è una realtà” altra”. E’ un modo di sentire più che un modo di pensare, esplorando i recessi profondi dell’anima, è un ponte tra il dicibile e l’inesprimibile, tra il sensibile e l’insondabile.
Ho scritto versi salvifici in momenti di dolore e ho fatto volare le parole nei momenti di gioia.

PercorrimiDi cosa trattano?

Tema portante è l’amore dai cento volti, l’amore plurimo. L’amore sognato, vissuto, perduto e ricordato.
L’amore che ci sarebbe potuto essere e non c’è stato, l’amore inaspettato.
L’amore figliale, l’amore materno, l’amore per la terra, per le mie radici, l’amore nella storia nel ricordo dei suoi drammi. L’amore nel tempo, nel suo divenire.
Nelle due sillogi pubblicate viene descritta la parabola dell’amore, dall’attesa all’abbandono, passando attraverso l’esplosione di gioia dell’amore che vive.
Tante mie poesie sono dedicate al tempo dell’attesa, tempo di solitudine, di trepidazione, di sospensione dell’anima. Mi è stato detto che la mia è un’attesa penosa, non gioiosa. Ovviamente è il punto di vista di una persona adulta che fortunatamente ha conosciuto l’amore e quindi sa che esso porta con sé, oltre alla gioia, un carico di sofferenza.Di spalle al tempo
Un’intera sezione dei miei libri è dedicata al dolore, alla passione amorosa intesa come sofferenza, pathos, sentimento irrazionale che non si riesce a sopportare fino a quando la ragione arriva a stemperarlo. Dolore inteso come ultima forma d’amore perché fino a quando c’è dolore , c’è amore. Il dolore è la dimostrazione che niente fu menzogna, che l’altra persona c’è stata, che ci ha amato, che la stiamo amando ancora.
Mi è caro anche il tema del ricordo, pronto a farsi alcova per sottrarci alla malinconia del presente. A volte sublimato nei miei versi, vestito d’amore intenso e fragile, altre volte percepito come dolente e devastante ma sempre considerato un’eredità preziosa dell’anima, a ricordarci che il passato ha lasciato il segno e che nel passato e nel presente c’è già scritto il nostro futuro.

A quale target di lettori ti rivolgi?

Sono dirette a chi ha tanto amato, gioito, sofferto e vissuto e in qualche modo voglia ritrovare una parte di sé nel mio viaggio. Sono dirette a chi ama la poesia semplice, snella, fluente, lineare, essenziale, quasi una lingua parlata, la lingua di tutti gli uomini e di tutti i giorni resa significativa, qualcuno ha scritto, per la tensione con cui viene pronunciata.

Segui un rituale nello scrivere?

Scrivo quando la poesia “chiama”. La poesia accade quando meno la si aspetta, un po’ come l’amore, non c’è un luogo, né un tempo, viene all’improvviso. Il gesto della scrittura però non si compie nel momento in cui si scrive, c’è quasi sempre un prima, un pensiero in embrione che nell’attimo inaspettato, prende forma. E se è vero che i miei versi nascono quasi sempre nel dormi veglia, ho scritto anche correndo sotto la pioggia, facendo l’amore , parlando in treno, correndo lungo l’argine, ho scritto anche in classe tra un teorema e l’altro, per un sorriso d’intesa catturato negli occhi di un alunno disagiato. Ho sempre una penna in tasca e qualche foglio bianco pronto a profumare d’inchiostro.

Come “non” deve essere per te una poesia?

La poesia sta diventando una questione personale tra il foglio bianco e chi scrive che in fondo, non deve fornire spiegazioni nell’esprimere ciò che prova. Tutto è ora libero, legato all’individualità, non ci sono scuole di pensiero, ognuno segue un po’ la propria strada forse perché ormai si è compreso che nella poesia non vi è nulla di giusto e niente di sbagliato. E’ questione di interpretazioni, di gusti e di musicalità. Ma per quanto mi riguarda chiedo: che non sia incomprensibile per il gusto di esserlo!

Non è facile oggi fare, e soprattutto vendere, poesia. Come vedi il panorama attuale in questo ambito?

La poesia è un filone letterario bistrattato dai lettori, ignorato dalle case editrici ma sempre più amato anche da giovani, perlomeno da quelli che danno valore all’espressione dei sentimenti. Si parla tanto di crisi della poesia e di grandi editori che hanno chiuso le porte alla poesia. Di questi giorni la notizia curiosa che una grossa casa editrice pubblicherà le poesie(?) di Claudio Baglioni, bravo cantautore, senza dubbio, ma poeta? Verrebbe tristemente da concludere che solo se sei un famoso calciatore, un politico di grande visibilità, un attore riconosciuto, un’avvenente velina, puoi avere le porte delle grandi case editrici aperte. La vera poesia ormai vive nelle piccole case editrici. Peccato, perché potenziali poeti emergenti rischiano di rimanere sconosciuti. Credo pertanto che la crisi della poesia non sia intrinseca ma provenga dall’esterno, dalla grande editoria che pubblica chi la fa arricchire. Ma questo poco importa ai poeti autentici ai quali basta regalare alle stelle, da cui sono arrivati, anche un solo granulo di polline a dar luce all’Universo intero.…

I tuoi libri …regali perfetti per?

Non mi assumo la responsabilità di questa risposta. Quando si fa un regalo si dovrebbe sempre pensare cosa possa gradire il destinatario e poi spesso si finisce per scegliere ciò che piace a noi. Inoltre c’è un risvolto negativo nel ricevere un libro: ci si sente obbligati a leggerlo per poi poter dire se ci è piaciuto oppure no. Non mi sto facendo una buona pubblicità, direte, ma poco importa perché, come dicevano i nostri antenati “ Carmina non dantpanem”!

Quale poetessa della storia avresti voluto essere?

Scelta difficilissima perché vorrei citarne più d’una. Scelgo Anna Achmàtova, una tra le maggiori poetesse russe 9788877384522del Novecento, per l’intensità del suo sentire per la contraddittorietà dei suoi sentimenti, per la forte tensione del suo animo sia quando canta l’amore tormentato e infelice che quando scrive versi dedicati alla sua terra alla quale fu fortemente legata nonostante le persecuzioni subite dal regime allora imperante che la colpì negli affetti più cari.
Cito con commozione alcuni versi de “ La sentenza”, scritta dopo la notizia della condanna a morte del figlio Lev.
Ed è caduta la parola sasso/sopra il mio petto non ancora morto./Fa’ niente, non che non me l’aspettassi:/ne verrò fuori in qualche modo./ Oggi di cose ne ho da fare un sacco:/ c’è da ammazzare la memoria fino in fondo,/ c’è da mutare l’anima in un sasso,/c’è da imparare nuovamente a stare al mondo. (…).
Sì, questa Poetessa sarei voluta essere e mi perdoni la Szymborska che pure impera nel mio cuore.

A parte le poesie cosa leggi di solito?

Non riesco a non leggere poesia e pur essendo fortemente legata ad alcuni Poeti, sento sempre il desiderio di conoscerne altri per cui mi rimane davvero poco tempo per la narrativa e comincio a sentirne la mancanza. Ho nostalgia dei tempi in cui potevo permettermi addirittura di rileggere un romanzo. Non chiedetemi quante volte ho letto “ Le braci “ di Marai o “ Le notti bianche” di Dostoevskij, solo per citarne alcuni. E sottolineavo frasi intere per ricordarmi che lì avevo trovato ciò che stavo cercando.

poesia-di-poesiaHai un ricordo particolare legato ad una poesia oppure a un libro?

E qui tocca cambiare completamente tema e vorrei parlare di salute. Non sono ipocondriaca ma ho sempre cercato di seguire- pur con le mie contraddizioni- i suggerimenti per una buona prevenzione. Così, ogni volta che attendo i fatidici esiti, mi prende uno spauracchio inaccettabile tanto da invidiare chi nemmeno sapeva cosa fosse la prevenzione. Le mie nonne, ad esempio, arrivate oltre i novant’anni. Per farla breve, quando poi capisco che “ anche per questa volta mi è andata bene!”, sempre rileggo “ Vestiario” della Szymborska (nella foto a sinistra), poi… leggera, sorrido. Ve la suggerisco, è un temporaneo sospiro di sollievo che solo lei sa descrivere così magistralmente.

Una frase ricordo per i lettori…

Se tra gli attenti lettori di “ letteratura e dintorni” qualcuno leggerà le mie poesie senza staccarsi prima della fine, allora potrò dire che il mio “ mestiere” ha un senso. Sarebbe come dire che le parole da me assemblate in versi si sono srotolate in chi le ha lette e le ha fatte sue. In caso contrario… “ Fatemi pure sapere!”

Dove possiamo seguire le tue poesie?

Alcune mie poesie si trovano sulla mia” Pagina socio “ del sito IPLaC ( Insieme per la cultura), sito del Circolo culturale cui sono onorata di appartenere. Recensioni del mio libro, con citazioni di versi si trovano sul sito del Prof.Nazario Pardini “ Alla volta di Leucade” ma se mi cercate in fb, le potete trovare nella mia bacheca.

Grazie di cuore a tutti, vi lascio con quest’altra breve poesia:

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Non dirlo –  Verranno a chiederti quanto ti ho amato. Tu, muto, non dirlo! Non l’hai mai provato.

 

 

 

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9 Comments

  1. Annalisa Rodeghiero 13 November 2015
    Rispondi

    E’ un vero piacere ritrovare su questo prestigioso e seguito blog, l’intervista che la giornalista Dianora Tinti mi ha fatto.
    Stimolanti le sue domande, ulteriore occasione per guardarsi dentro e ripercorrere le tappe di questa splendido viaggio nel mondo della poesia. Onorata di essere una piccola parte di questo filo che Dianora tende con professionalità tra autori e lettori.

  2. Dianora Tinti 14 November 2015
    Rispondi

    Francamente felice di averti ospitata a “Letteratura e Dintorni” 🙂 ti ringrazio, Annalisa, per la stima, le belle parole e per tutto ciò che riesci a trasmetterci con le tue splendide poesie!

    • Annalisa Rodeghiero 16 November 2015
      Rispondi

      Grazie di cuore Dianora, per le parole con cui mi hai presentato e per questa bella opportunità di interagire con i lettori di questo Blog interessante, fresco, moderno.

  3. Franco Vetrano 14 November 2015
    Rispondi

    Annalisa sublima, nei suoi versi, le emozioni e i sentimenti in un modo asciutto ma profondo. Il suo stile crea immagini dense di suggestione, portate direttamente al cuore del lettore con la semplicità di un merletto. Coerentemente col suo modo di essere, non ostenta tecnicismi ma riflette e invita a riflettere. Fine poetessa, come poche all’orizzonte.

    • Annalisa Rodeghiero 16 November 2015
      Rispondi

      Ringrazio l’amico poeta, Franco Vetrano per le sue splendide parole, direi fin troppo generose ma gradite perché so che provengono dalla sua anima sensibile.

  4. Paolo Galli 17 December 2015
    Rispondi

    Annalisa: piavere di averti conosciuto. Paolo

    • Annalisa Rodeghiero 17 December 2015
      Rispondi

      Caro Paolo, diciamo che ora sai qualcosa in più. Noi casualmente ci siamo conosciuti in libreria. Grazie per essere passato di qua.

  5. Luciano Manfredi 9 January 2016
    Rispondi

    Ho letto il libro di Annalisa, ed ho avuto il piacere di conoscerla. Ho colto il succo della sua sensibilitá dettata dalle parole del suo cuore, una sensibilitá che scaturisce nell’anima di ciò che scrive,liberando in cielo ali d’amore che spaccano i come una freccia, colma di sentimenti e d’amore. complimenti alla Giornalista che ha fatto l’intervista.

    • Annalisa Rodeghiero 9 January 2016
      Rispondi

      Ho conosciuto Luciano alla premiazione del prestigioso Premio ” San Domenichino” e l’ho ritrovato alla premiazione del concorso letterario Europeo ” Massa città fiabesca di mare e di marmo”. Questo è il vero premio dei concorsi, trovare anime affini, persone sensibili con cui potersi confrontare. Anche Luciano, Poeta massese sa far volare le parole e ha un’anima bianca e rara. Lo ringrazio di cuore e mi associo ai suoi complimenti per la Giornalista.

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