Intervista esclusiva all’artista argentina Roxana Caballero
Sono sempre stata piuttosto irrequieta,
non tanto con il mio corpo, ma con la mia mente.
Lavoro con le mani da sempre.
Mi piace viaggiare e conoscere, lasciandomi ispirare dalla natura,
dai colori, dalle città, dalla loro arte e cultura.
Io sono sempre alla ricerca di cose che mi sorprendono,
cose da imparare, che mi sfidano.(Roxana Caballero)
Chi ci segue sa che, a volte, parliamo anche di arte. Come questa volta che abbiamo il piacere di intervistare Roxana Caballero.
Proprio in questi giorni, a Bra, in provincia di Cuneo, presso il Caffè Cavour, è in corso una sua mostra artistica. L’artista argentina vanta una carriera che passa dalla graphic novel design alle arti sceniche fino alle arti visive. Ha sviluppato nel suo paese d’origine un marchio di materiali artistici e da oltre vent’anni insegna ogni tipo di tecnica. Ha partecipato a mostre di arte decorativa, arte creativa, pittura, scultura, nonché a trasmissioni televisive.
Dal 2022 vive a Torino con la sua famiglia.
Quando è nata in lei la passione artistica?
“Guardi la passione artistica risale nella nebbia della mia memoria. Quando era piccola cercavo di ricreare tutto ciò che vedevo in tv o sui giornali. Posso dire di aver incominciato in tenera età con l’arte manuale. Come tutti i bambini cercavo di imitare quello che più attirava la mia attenzione, poi con gli anni e gli studi superiori mi sono indirizzata verso la scuola di disegno grafico.
Con lo studio ho approfondito diverse tecniche artistiche finalizzate al ramo commerciale, poi la passione per l’arte ha preso sempre più il sopravvento.
Ho partecipato ad un casting per un canale della televisione argentina Utilisima che si occupava esclusivamente di cultura nelle sue più varie forme artistiche (pittura, ceramica, scultura, falegnameria ecc.)e sono stata ammessa ad un programma sulla creatività artistica. Posso dire che sia stato questo il primo passo ufficiale nel mondo della arti e che mi ha dato la possibilità di vivere con la mia passione.”
L’arte artistica è un tratto ereditario della tua famiglia?
“Sì, ma tocca principalmente il ramo femminile. Mia nonna, mia zia e mia madre dipingevano molto bene, anche se non hanno mai pubblicizzato le loro opere che sono rimaste nella sfera privata familiare. Credo che quest’aria cultural/artistica mi abbia in qualche modo contaminato. Fra l’altro, il padre di mia nonna era italiano e tutti i suoi figli hanno ereditato l’arte manuale che hanno utilizzato in vari modi. Il mestiere per eccellenza della famiglia era quello di intrecciare il rattan per farne dei mobili,”
Quando hai scelto di intraprendere questa carriera artistica quale è stata la reazione della tua famiglia?
“All’inizio ho seguito i consigli dei miei genitori frequentando la scuola commerciale e poi la scuola artistica, perchè mio padre si occupava di grafica e così avrei potuto aiutarlo. Nella fase però che passa tra la fine della adolescenza e l’inizio della età adulta ero già piuttosto indipendente.
All’età di 10-11 anni nacque in me la passione per la ceramica. A quei tempi c’era un materiale che, una volta asciugato, formava alcune crepe. Le lascio immaginare il mio forte dispiacere. È stato così che, una volta adulta, per necessità e insistenza, ho inventato la mia Pasta Cerámica sin horno, il primo prodotto del mio marchio in Argentina.”
Quali sono stati i soggetti delle sue prime opere?
“Qui in Italia ho iniziato a ispirarmi agli animali e ai paesaggi. Molte delle opere che ho lasciato in Argentina hanno temi diversi e perlopiù decorativi in linea con l’ambiente. Opere particolari, costruite su legno, ceramica o mobili.
Mi piace partire da zero, creare qualcosa che non esiste. Per questo a volte dico che mi considero un architetto frustrato. La mia intenzione è sempre quella di avvicinare l’arte a tutti, di rintracciarla anche in un pezzo di uso quotidiano come un centro tavola, una lampada o un paio di orecchini”
Come sono nata le opere Langhe?
“La creazione è come una piccola fiamma perenne. Utilizzando la ceramica, in Argentina ho organizzato un’esposizione tematica sul celebre bacio di Klint, utilizzando la tecnica effetto Gaudì.
Qui in Italia ho realizzato un quadro sul mare utilizzando una tecnica che dona un effetto astratto utilizzando sia la ceramica che l’effetto Gaudì. Sono nate così le prime opere con il tema il mare,
Dopo quella del mare è nata la serie Madre Terra. Nella prima opera si vedeva il sorgere del sole, nell’ultima come è ovvio il tramonto.
Da lì è nata la serie dedicata alle Langhe, che ho conosciuto durante un viaggio in auto mentre raggiungevo la graziosa cittadina di La Morra che mi ha travolta con i colori delle vallate, dalle vigne e con la vita degli animali, lepro, cinghiali, cani da tartufo. Mi è sembrato di trovarmi in un cartone della Disney. Anche per questa serie mi sono ispirata alla natura, non inventiamo nulla, è tutto lì.”
Una particolarità delle sue opere…
“Una si ritrova nella serie Terra. Mentre realizzavo l’alba in un’opera aggiunsi alcune gocce d’oro che rappresentavano i raggi che illuminavano la nuova giornata nel momento della nascita del sole. Solo dopo mi sono ricordata che esisteva già una tecnica simile ma con funzioni diverse. In Giappone, a cavallo tra il 1400 e il 1500, quando si rompeva un oggetto di ceramica (in genere le tazze utilizzate per il the) anziché buttarlo lo si restaurava con polvere d’oro, rendendolo un pezzo unico e restituendole nuova vita.
Questa metafora viene utilizzata anche per noi esseri umani in per indicare la resilienza, l’atto di rimettere insieme i pezzi, di guarire e di ricominciare. Nella serie, l’oro che sanguina dalle ferite simboleggia la resilienza della nostra Madre Terra.”
Quali sono i colori che preferisci utilizzare nelle sue opere?
“Tutti i colori possiedono un loro fascino, personalmente i miei colori preferiti è il blu, turchese, oro”
Intervista realizzata da Fausto Bailo, promotore culturale, e Chiara Fissore responsabile del Movimento artistico Antidoto