Quando il ghost writer non si nasconde: Susanna de Ciechi
Essere ghost writer è qualcosa che si dice sottovoce, a volte per pudore, a volte proprio per riservatezza contrattuale. E’ una figura nascosta, come suggerisce il nome, eppure qualche eccezione c’è: Susanna de Ciechi, giornalista di esperienza ventennale, presenta e firma le vicende che racconta. Sono storie vere, spesso dure, incredibili.
Dario Villasanta l’ha intervistato per noi. Anche questa volta, con le sue consuete tre domande, è riuscito a farci conoscere Susanna de Ciechi e contemporaneamente a darci un’idea di che cosa fa e chi è un ghostwriter.
Susanna (nella foto a destra), chi è che si rivolge a un ghost writer, e perché lo fa?
Le persone che mi contattano per un romanzo autobiografico sono molto diverse tra loro. Quelle con cui vado ad approfondire il rapporto hanno tre caratteristiche in comune: sono coraggiose, perché per raccontarsi con onestà ci vuole coraggio; sono avventurose perché ciascuno di loro ha preso a morsi la vita, senza mai affrontare scelte di comodo e senza mai tirarsi indietro. Infine, sono anche dei “narcisi”. Tutti hanno una storia forte da raccontare e vogliono fare i conti con sé stessi.
Vent’anni da giornalista, eppure scrivi storie vere con taglio narrativo e non giornalistico. Come ti è venuta l’idea?
A un certo punto della mia vita ho sentito l’esigenza di cambiare. Era il momento giusto per strambare, il mondo non era ancora sconquassato come oggi, la crisi era dietro l’angolo, ma ancora non lo sapevamo.
Ho tirato fuori un progetto che avevo accantonato per mancanza di tempo e ho cominciato a scrivere storie basate su vicende reali, romanzandole. Sembra facile, detto così. In mezzo c’è stata la presa d’atto che la scrittura giornalistica non era sufficiente per scrivere narrativa a livello professionale. Per formarmi, per arrivare a essere un ghost writer secondo il mio obiettivo, ho frequentato alcune scuole di scrittura fino ad approdare a quella di un grande scrittore, Raul Montanari che, come è noto, è anche un magnifico Maestro.
L’argomento affrontato nella storia di ‘Tessa e basta’ non è dei più facili: la vita normale di una adolescente devastata dal folle massacro della guerra dei Balcani. Ci racconti come si sviluppa la storia, e che temi affronti?
Tessa Krevic racconta di una guerra che entra nella vita di una ragazzina da un giorno all’altro. Cambiano le relazioni, la percezione che la bambina ha di sé, vengono meno anche le cose materiali di cui prima godeva in abbondanza e si trova ad abitare un contesto mai immaginato in cui impara a conoscere la violenza, il terrore.
Tessa cresce e diventa donna dentro un conflitto che si combatteva a qualche ora da casa nostra e che molti di noi hanno preferito ignorare. Questo libro racconta di una guerra vissuta nel quotidiano, fatta di piccole umiliazioni, grandi rinunce, cattiverie e amore, angoscia. La tenacia di questa donna però farà sì che la speranza per un futuro diverso non venga mai persa. Una storia di vent’anni fa che, purtroppo, è tornata attuale.
Tessa ed io speriamo che questavicenda possa suscitare un momento di riflessione.