Miriam Pignata al Salone del libro per ragazzi di Bra
Mercoledì 18 maggio è stata inaugurata la 17ª edizione del Salone del libro per ragazzi di Bra. Quest’anno il Salone omaggia, a 50 anni dalla morte, la figura di Walt Disney, colui che ha insegnato al mondo intero il potere e il fascino della fantasia.
Non a caso tra le numerose iniziative in calendario, oltre a laboratori creativi cui prendono parte “penne” della Disney, il Salone è caratterizzato dalla proiezione gratuita di 28 film di animazione.
Tra gli incotri con gli autori vi segnaliamo per venerdì 20 maggio 2016 la presentazione del libro La voce dell’oltretomba di Miriam Pignata.
Fausto Bailo ha intervistato per noi la giovanissima scrittrice.
Quando è nata in lei la passione per la scrittura?
Fin da piccola, mia madre mi raccontava le favole, peccato però che non ho mai amato sentire le stesse cose per più di due volte.
Ha iniziato così a leggermi i grandi classici: “Orgoglio e pregiudizio”, “Grandi speranze”, “I promessi sposi”.
Credo che la mia passione sia nata proprio lì, dall’essere completamente immersa nella lettura, nelle parole, nei paesaggi raccontati da altre menti.
Mi sono sempre chiesta, infatti, cosa provassero gli autori a dare vita a personaggi fatti di carta con il sangue di inchiostro, alberi con chiome fatte di lettere. Per questo ho provato a far respirare i miei personaggi, a rendere reali luoghi che c’erano solo nella mia testa, ed è una sensazione fantastica perché ti permette di vivere attimi fugaci, momentanei che riuscirai a ricordare per sempre grazie alle parole.
Se dovesse utilizzare tre aggettivi per descrivere il suo libro quali utilizzerebbe?
Non sono molto brava a giudicarmi, perché mi dicono sempre che mi sottovaluto, per questo uso le parole di una mia amica.
Stravagante, originale e da non sottovalutare.Quale genere musicare riassume meglio la vicenda narrata nel libro?
Direi che non c’è solo un genere musicale che possa riassumere meglio la storia che ho scritto.
Questo perché, come me, è un accozzaglia di stili, generi e caratteri. Si potrebbe spaziare dal rock al classico però, credo che ci sia una canzone che lo rappresenti al meglio: Secrets degli OneRepublic.
Questo perché la stessa canzone finisce in sospeso con una frase: “I’m gonna give my secrets away” (Svelerò tutti i miei segreti).
Cosa l’ha spinto a realizzare questa sua prima opera?
Veramente è stata una casualità.
Perché, come ho detto anche prima, volevo provare a capire cosa si provasse a dare vita a dei personaggi che fino a prima avevano vissuto nella mia testa, quindi, per gioco all’età di tredici anni ho iniziato a scrivere i primi capitoli.
Con il tempo, le domeniche o quando avevo tempo, andavo avanti con la storia e mi sono ritrovata l’anno scorso con un malloppo di pagine scritte che non avevano alcuna destinazione.
Una mia amica, a conoscenza di questo mio scritto, ha trovato un concorso per scrittori inediti e mi ha praticamente obbligata ad inviarlo.
Dopo un mesetto non mi era arrivata ancora nessuna notizia, solo che, in seguito ho ricevuto la proposta di stampa e pubblicazione.
I progetti per il futuro di Miriam Pignata?
Per il momento la preoccupazione principale è finire la scuola e arrivare sana e salva alla maturità per poi proseguire all’università.
Non credo di volere che la scrittura diventi la mia professione, anche perché, sin da piccola, ho sempre voluto fare l’architetto.
Comunque non escludo la possibilità di continuare a scrivere, ciò che sarà sarà.