“Iris de Floris”: parla Renato Colombo sceneggatore del fumetto
Il fumetto Iris de Floris è un’autoproduzione realizzata da Edizioni Nuova Prhomos; sceneggiato da Renato Colombo, illustrato da Marco Boselli.
Siamo alla fine del diciannovesimo secolo a Torino e l’ex capitale del Regno D’Italia sta mutando pelle, per trasformarsi nel principale centro industriale italiano. È in questa realtà che cresce e vive Iris De Floris, una giovane donna dalle caratteristiche molto particolari…
Ringraziamo Fausto Bailo e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) per averci permesso di intervistare Renato Colombo,sceneggiatore dela storia.
Renato, ci parli di lei e del suo incontro con il fumetto…
“Ho conosciuto il fumetto fin da piccolo grazie a un fratello maggiore. Quando sono stato in grado di leggere in maniera autonoma, ho deciso di scegliere un fumetto da seguire regolarmente. Ho chiesto a mio padre di comprarmi Topolino e non ho più smesso. Con il passare degli anni, le mie letture si sono diversificate. Oltre a Disney, amo il fumetto francese e i grandi autori italiani, ma mi piace leggere di tutto.
Per il resto, sono un tipo piuttosto razionale, con alle spalle un corso di studi tecnico-scientifico e un lavoro nel campo dell’elettronica. Diciamo che il fumetto rappresenta il mio irrazionale, il mio lato oscuro.
Come è nata la collaborazione con l’illustratore Marco Boselli…
“Io e Marco ci siamo incontrati una quindicina di anni fa. L’Associazione Alex Raymond, diventata poi Associazione Amici del Fumetto e nota per la rivista Cronaca di Topolina, stava cercando collaboratori per realizzare una serie western. Ci siamo presentati, ognuno per proprio conto, e siamo così entrati nello staff di Than Dai. Per tale testata abbiamo scritto e disegnato vari episodi, poi è nata la voglia di realizzare qualcosa di nostro“.
Come nasce il personaggio di Iris?
“Nasce quasi per caso. Stavo pensando una serie comica, quando mi è stato proposto di rendere cieco uno dei protagonisti. A me non è sembrata una scelta adatta all’ambientazione che avevo in mente, però l’idea di un protagonista cieco mi intrigava. Così ho pensato a un altro progetto, con protagonista una ragazza priva della vista. Iris, appunto”.
E l’idea di ambientare il fumetto nella Torino di fine Ottocento?
“Ho pensato a fine ottocento perché volevo che le peculiarità di Iris fossero al centro della storia. Con le sue doti, Iris fornisce un aiuto importante alle indagini dell’ispettore Altieri. In un’epoca più moderna, addirittura contemporanea, le capacità di Iris sarebbero state rese superflue o pelomeno sminuite da metodi di indagine scientifica. Torino è stata scelta perché è una città considerata centro di poteri esoterici. In un certo senso, una città magica.
C’è un personaggio del cinema che assomiglia ad Iris?
“Non ho preso un riferimento cinematografico quando ho pensato al personaggio di Iris, e nemmeno letterario, in realtà. Anche se, com’è solito, per l’aspetto grafico è stata inizialmente presa una nota attrice come modello. Poi la fisionomia di Iris ha avuto una sua evoluzione e oggi questo riferimento non è così ben riconoscibile”.
Progetti per il futuro?
“Al momento stiamo lavorando a un secondo episodio che tirerà le fila dei punti lasciati aperti dal primo volume. In parallelo, stiamo realizzando una versione con impaginazione alla francese di cui potete vedere un esempio nell’immagine allegata.
Poi ci sono tante altre idee e progetti che aspettano di essere sviluppati, sperando che possano prima o poi arrivare su carta”.