“Kaijin – L’ombra di cenere” di Linda Lercari
Kaijin
L’ombra di cenere
di Linda Lercari
(2^ edizione 2019, Idrovolante edizioni)
Chi è Linda Lercari
Scrittrice poliedrica, spazia dalla narrativa ai romanzi gotici e storici, passando per il noir e non disdegnando la poesia. Con le sue opere ha ottenuto importanti riconoscimenti.
Nativa di S. Margherita Ligure, ha vissuto per molti anni in Maremma, nel comune di Cinigiano. Pratica l’arte marziale del Kendo, presso la scuola Kendo di Lucca.
E’ stata attrice nella Compagnia Next Artists di Viareggio, specializzata in testi di Shakespeare in lingua originale. Attualmente fa parte del TOF – Testo originale a fronte – gruppo di artisti attivi in Versilia.
Di cosa parla
Siamo in Giappone nel 1330 e il samurai Haka (Hakashinjitsu), sta per esalare l’ultimo respiro, ferito a morte durante una battaglia.
Soprannominato il demone e temuto da tutti, prima di andarsene per sempre sussurra qualcosa al suo amico e signore di una vita, Momokushi. Parole che, lì per lì, sembrano non avere alcun significato, ma che presto diventeranno per l’uomo tarlo e ossessione, portandolo a scoprire un segreto inimmaginabile.
Cosa ne penso
Ai tempi in cui si sviluppa questa storia, non è certamente facile la vita in Giappone. Sanguinose battaglie, povertà, ignoranza, malattie e morte sono all’ordine del giorno. Ecco perché quando Hakashinjitsu, un bambino tutto ossa e stracci che con un bastone di legno si sta difendendo da altri ragazzini che vogliono rubargli una cesta di verdure, si imbatte nel più maturo Momokushi non ha esitazioni e lo segue.
“Vieni con me, ti insegnerò a combattere con una vera spada e potrai servirci meglio come soldato. – Non era un ordine, ma un invito. Il piccolo aveva annuito ed era rimasto stupefatto quando il giovane nobile lo aveva sollevato senza sforzo per issarlo sul cavallo… La vita del ragazzo era cambiata in quell’istante. Portato al castello, era stato fatto lavare, vestire adeguatamente e aveva iniziato l’addestramento militare.”
Inizia più o meno così questa storia che ci tiene come sospesi su un filo sottile e altissimo, fino al colpo di scena finale. Un viaggio verso la verità, una verità che finalmente squarcerà il velo che ha offuscato la vita del signore Momokushi, ma anche quella dello stesso Haka e della sua concubina Himitsu.
Con una straordinaria capacità narrativa, semplicità e profondità di pensiero, l’autrice riesce a coinvolgerci emotivamente fin dalle prime battute. E’ impossibile sottarsi alla malia di questa vicenda, arricchita costantemente da indizi rivelatori che stuzzicano la fantasia e l’intelligenza del lettore.
Sullo sfondo storico di un Giappone carico di segreti, affascinante e misterioso nelle sue tradizioni, Kaijin si rivela avvincente e ben costruito.
Un romanzo di grande suggestione, quindi, dal retrogusto lievemente amaro dove l’amore, pur non apparendo mai apertamente, lo pervade tutto, aleggiando nei gesti, nei pensieri e nei cuori dei protagonisti. Attimi fugaci, forse, ma che dimostrano più che mai come i sentimenti possano essere imbrigliati, ma mai domati del tutto, fanno parte della natura umana, prima o poi saltano fuori, insopprimibili.
Grazie ad una scrittura limpida che, a tratti, ricorda quella di Muriel Barbery in ”L’eleganza del riccio” l’autrice ci regala una storia dura eppure sincera e dolce che non si dimentica in fretta.
Assolutamente consigliato.
Recensione a cura di Dianora TInti, scrittrice e giornalista