L’albatro splendente, la nuova raccolta poetica di Leonardo Magnani
L’ALBATRO SPLENDENTE (Poesie scelte)
di Leonardo Magnani
Fondazione Mario Luzi Editore
Anno pubblicazione 2020
Chi è Leonardo Magnani
Nasce a Pistoia nel 1979 dove tuttora risiede. Ha al suo attivo diverse raccolte di poesie e un costante impegno in ambito culturale, anche attraverso performance e readings poetici. Alcune sue liriche sono presenti in antologie.
Di cosa parla L’albatro splendente
Ispirata alle esperienze di vita dell’autore stesso, questa raccolta con l’ottima prefazione di Mattia Leombruno, Presidente Fondazione Mario Luzi, tocca molteplici tematiche: dall’anarchismo pacifista, all’animismo, all’inquietudine del presente, all’amore, all’uniformità e omologazione dilagante del pensiero fino ad una umanità che ormai appare perduta.
Una lettura/meditazione che ci accompagna lungo il travagliato percorso dell’uomo di oggi, sempre più consapevole dei mali che lo affliggono.
Cosa ne penso
Tante sono le sensazioni che lascia la lettura di queste poesie. Inquietudine e abbandono, ma anche una sorta di ripianto per un passato che non potrà ritornare e che, forse, ci appare ancora più prezioso proprio perché impossibile riviverlo. Non si percepisce però il senso gozzaniano del “non vissuto”, bensì di non realizzato, quasi morto sul nascere. Persone care, amori, eventi familiari ed esterni, personaggi che hanno segnato anime ed epoche, ma anche critica verso una generale superficialità dove la convivenza fra popoli e persone non è più morale e rispettosa.
Strabico mondo imperfetto
Strabico mondo imperfetto /contrasta, soffrendo, l’immane/ legge universale: /amore e biasimo per l’inetto.
Gli sfoghi, a volte anche duri, dimostrano come l’autore non si celi dietro il paravento dell’orgoglio e del pudore. E’ un cuore libero e ferito quello che parla.
Divertiti
Tra merde e sperma e sangue/ divertiti./ Con il cuore che langue lungo la fogna/ affannosa ti spezzi./ «E divertiti!» /Tra vergini stuprate/ divertiti./ Ma le gambe amputate,/ Miss Falsità/ t’ha dato lezione. /«E divertiti!»/ Tra giorni intermittenti /
divertiti. /Tra conflitti di stenti /–poveri in guerra–/ la tivvù dà lezione./ «E divertiti! Divertiti».
La poesia di Leonardo Magnani parte da una condizione intimista di esperienze personali, ma anche filosofica della vita e del mondo e si fa universale, accomunandoci tutti. Leggendo questi componimenti si trova sempre qualcosa di nuovo che ci riguarda. Non c’è nulla da interpretare, né da sostenere, soltanto da condividere. I pensieri si fanno sogno e diventano un sentimento che si vive e si partecipa in tutta la sua essenzialità e libertà.
Dalla sua posizione privilegiata, più elevata, evocata anche dal titolo allegorico della raccolta L’albatro splendente, il poeta appare partecipare emotivamente a tutto ciò che accade sulla terra dove si sente deriso e incompreso.
Emerge dai versi un’esistenza tormentata da disillusioni e farcita da un’ ironia di disperata partecipazione, così come è forte il senso di perdita, di mancanza, pur nell’abbondanza.
Povera prosperità occidentale
E mi trovo perduto/ tra tappeti e velluto; /se non fossimo miseri /chissà quali vostri epiteti.
In un crescendo di considerazioni poetiche vibranti, pur con il doveroso distacco proprio di ogni opera letteraria, è sempre presente “l’io lirico”, attraverso il quale il poeta riesce a trasmettere se stesso, la sua visione del mondo e anche dell’amore, a cui dedica alcune poesie.
Porta d’amore
Forzerò la porta del nostro Pueblo/ fino a quando lo vorrai,/ perché il cielo è bigio e splendente,/ e tace d’estate e urla d’inverno./ Il nostro amore è come quella porta,/ che a volte resta chiusa e a volte aperta.
Nessun dogma, nessun precetto, quindi, nella poesia di Leonardo Magnani. Soltanto una malinconia serena e naturale e una delicatezza esistenziale. Una voce libera che non si tira mai indietro, nemmeno nel denunciare i limiti culturali e retorici della nostra società, pronta ad implodere in una spirale di omologazione e violenza.
Un’opera molto ben riuscita, una lettura interessante e godibile che tenta di rintracciare il senso delle variabili esistenziali e nella quale si fondono tormenti interiori, inquietudini del cuore, fantasie, ma anche speranza e apertura verso un futuro ancora possibile.