‘L’archivista di Torrechiara’ parla Paola Minussi

‘L’archivista di Torrechiara’ parla Paola Minussi


L’archivista di Torrechiara
di Paola Minussi
(Bertoni Editore, 2023)


Chi è Paola Minussi

Oltre che scrittrice è musicista-concertista e docente di chitarra classica presso l’Accademia di Musica di Basilea. Narrare storie è la sua passione e lo fa nei suoi libri, nelle rubriche radiofoniche che conduce e nella sua attività di celebrante umanista.

È madre adottiva e i suoi primi libri li ha dedicati ai suoi figli: Progetto Aranjuez. Diario di bordo di una madre adottiva, ETS Edizioni e Il primo raggio di sole. Canto a tre voci, La Ruota Edizioni.

Paola Minussi

È ideatrice e fondatrice del gruppo Women in White – Society che si prefigge di far rete tra donne e di promuovere la cultura e il pensiero femminile nella società, per un mondo più accogliente, colorato e rispettoso delle differenze. Con tale associazione ha ideato, realizzato e promosso la campagna online (poi diventata un libro) Io mi sono scocciata. Storie di ordinario sessismo, per sensibilizzare e combattere il linguaggio e i messaggi sessisti.

 

Grande viaggiatrice, al momento, vive a Como, sua città natale, tra musica, parole, gatti e Tarocchi, sognando, un giorno, di andare a vivere a Lisbona, con le sue gatte, due galline da compagnia e la sua chitarra, per dedicarsi al Fado (la musica tipica portoghese) e alla lettura dei Tarocchi.

Alla sua città dell’anima ha dedicato un racconto dal titolo A Lisbona non è mai lunedì. Ad maiora, contenuto nella raccolta dedicata alla settimana portoghese: A Lisbona non è mai lunedì, Tuga Edizione 2021.
Madrelingua italiana, parla fluentemente inglese, tedesco e portoghese.


Che tipo di storia è?

Una vicenda di resistenza e sorellanza al femminile, oltre che una vicenda politica anche troppo attuale, ambientata nel favoloso castello di Torrechiara. Una vicenda di lotta, di passione, di percorso rivoluzionario degli eventi, ma, soprattutto, di solidarietà al femminile e di rinascita dalle macerie. Un romanzo pieno di musica, di canzoni e di speranza.

Di cosa parla più dettagliatamente ?

Anna Ponti, esperta archivista emigrata in Svizzera, decide di lasciare la città di Basilea, dove si è costruita una vita soddisfacente sia a livello professionale che sentimentale, per tornare in Italia.
Due sono i motivi che la spingono a compiere questo passo: ritrovare la sorella che non vede da anni e dare il proprio contributo alla tutela degli antichi volumi e delle opere d’arte che in patria rischiano di andare perduti e distrutti.
Destinazione: il castello di Torrechiara. Siamo nel 2027 e l’Italia è in piena guerra civile; una feroce dittatura dà la caccia a dei fantomatici “Sabotatori” e perseguita la popolazione non allineata con il regime.

Ma chi sono in realtà i Sabotatori?

Nei silenzi e nei nuovi ritmi di Torrechiara, la protagonista e i lettori lo scopriranno.

Un tema molto particolare, quindi…

Sì, e che mi sta a cuore da sempre: quello della responsabilità individuale, della propaganda, del conformismo collettivo e dell’indifferenza che, spesso, anestetizza il nostro sentire e ci paralizza, impedendoci di agire per ‘fare la differenza’ nelle nostre vite e in quelle degli altri.

Sono convinta che ciascuna e ciascuno di noi possa compiere piccoli passi e piccoli gesti, necessari, che vadano incontro a chi è ‘altro’ e diverso da noi, a chi arriva da lontano, per esempio, e che, magari, ci destabilizza, perché mette in discussione abitudini e giudizi radicati nelle nostre esistenze.

La sfida di tutti i giorni è restare vigili, coltivando spirito critico e analisi lucida, per quanto possibile, della realtà che ci circonda. Mi rendo conto di come sia un compito assai difficile e impegnativo da svolgere, non solo ripensando alla nostra storia recente del Novecento, ma anche perché, ancora oggi, siamo testimoni dei tragici conflitti attorno a noi”.


Intervista a cura di Francesca Ghezzani, giornalista e addetta stampa


 

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