La dolce anima sognante di Benedetto Bruni
E’ da un po’ di tempo che pensavo a qualche bel libro che riflettesse lo spirito della Festa della Donna che domani si festeggerà in tutto il mondo, ma mai avrei pensato a poesie d’amore.
Premetto che non sono mai stata una femminista nel vero senso del termine, convinta che sia gli uomini che le donne abbiano un posto preciso in società e natura non necessariamente e sempre intercambiabile. Nutro però una profonda riconoscenza per tutte quelle donne che con coraggio e attraverso un percorso duro e sofferto, partendo nel 1908 da New York ed espandendosi poi a macchia d’olio fino all’Europa, sono riuscite a conquistare per loro stesse e per noi generazioni future un posto nella società, nonostante ancora oggi la donna nel mondo non venga rispettata e riconosciuta per dignità e diritti pari all’uomo.
Questa divagazione semplicemente per spiegare come mai, pur avendo molti libri a disposizione sull’argomento non riuscivo a decidermi. Qualcosa mi diceva sempre che non era quello giusto! Essendo un giorno dedicato alle donne, avevo infatti erroneamente focalizzato l’attenzione solo su scrittrici polverizzando per una volta, ammetto con una certa intima soddisfazione, l’intero universo letterario maschile.
Ma l’oroscopo me l’aveva detto che per i Gemelli c’era nell’aria odore di “colpo di fulmine”… E Cupido, puntuale e incurante di tutto, mi si è così presentato nella persona di Benedetto Bruni, un bell’esemplare di maschio sugli ottanta (anni, non chili, cosa avevate capito?!). E come potevo non lasciarmi conquistare, se poi c’era l’aggravante che l’uomo in questione, dal portamento semplice e distinto, scriveva da anni splendide poesie quasi tutte d’amore? Allora, mi sono detta, quale omaggio migliore per tutte le donne, ma in definitiva anche per tutti gli uomini, che una bella poesia d’amore? Perché l’Amore, dice Bruno non conosce sesso, condizione sociale o età: è l’immensità e il paradiso.
L’ultimissima sua raccolta “Sognando la luna” (copertina del prof. Claudio Spinelli e pubblicazione a cura di Arseno Carosi) e è un vero e proprio Inno all’Amore. L’amore sofferto, non ricambiato o non vissuto, quello omosessuale e quello invece consumato, espresso. Ciò che affascina e colpisce nelle sue poesie è proprio il desiderio di parlare di questo sentimento come di un qualcosa che non può e non deve conoscere divieti, limiti, convenzioni, tantomeno giudizi o pregiudizi morali. E’ bellissima la contrapposizione tra la dolce anima sognante di Benedetto Bruni e il suo non poter essere completamente distaccato ed indifferente da tutto ciò che è passione e tormento. E’ facile per chi legge riconoscersi in queste versi dell’autore, nelle parole che sembrano quasi nostre, e farsi cullare da questo saliscendi di emozioni che incanta e cattura, perché alla fine non ci resta che una cosa: amare.
Cosa ti mancava
Ho cercato di capirti per lungo tempo, credo di non esserci mai riuscito.
Mi punivo non riuscendo a capire l’inquietudine che provavi se ti sfiorava il mio respiro.
Finché l’universo s’aprì per farmi capire rivelando i tuoi desideri.
L’affliggersi del mio cuore avvertiva quella triste rivelazione inattesa. Così s’appurò l’amara verità.
Quel giorno vi ho viste: eravate sedute sul muricciolo mano nella mano.
Vi guardavate come se nulla esistesse intorno, rapite dal desiderio. Vi sfuggiva la mia presenza.
Osservandoti attentamente capii dalla luce dei tuoi occhi cosa ti mancasse.
Mai stato tanto infelice.Stella
Era una stella che incatenava la mia vita.
Fuggii correndo per la paura del domani,
ma l’anima mia restò fra le sue mani.
Benedetto Bruni è nato a Murci (GR) nel 1935 ed è residente a Grosseto ormai da tempo. Nel 1972 ha iniziato a scrivere poesie, ma la sua prima raccolta è datata 2006. Da allora ha avuto numerosi riconoscimenti anche per la sua attività di scrittore di racconti. Nel 2007 ha vinto il primo premio al concorso “Carlo Cassola”.