La trilogia: La maledizione del divoratore di anime
Chi è Alexander Kainz
Nasce a Mirandola (MO), i suoi studi sono di natura economica e si occupa di amministrazione e contabilità all’interno di un Gruppo.
Oltre alla scrittura, ha tante altre passioni che in qualche modo sono cibo per la sua fantasia letteraria. Si tiene informato su scienza, fisica e informatica, ha interesse per la filosofia, l’occulto, la teologia, la psicologia e la storia, leggendo anche in modo disordinato ciò che più lo interessa al momento. E’ appassionato anche di cinema, fumetto, videogames ed è affascinato dalla cultura Nerd.
E’ anche un buon lettore, nonostante la mancanza di tempo. “Senza dubbio la parola scritta è la fonte principe da cui nutro ogni mia passione, difficilmente traggo conoscenza da altro.” Ammette. “Negli anni ha letto molto di Anne Rice, Stephen King, George Orwell, Franck Herbert, Glenn Cooper e Dan Brown, oltre ad avere una venerazione per mostri sacri come Poe, Lovecraft, Stoker, Wilde, Shelley.”
Sicuramente un personaggio affamato di conoscenza dal palato onnivoro che difficilmente predilige, o si sofferma, su una singola pietanza. Oltre a questa trilogia ha scritto tre libri, nessuno di quali ancora edito: uno di fantascienza e due thriller.
Uno di questi è stato premiato fra gli inediti al noto concorso letterario Pegasus Literary Awards di Cattolica e di ciò ne va
molto fiero.
In questo momento è in fase di ricerca per un terzo thriller e ha in mente di scrivere un secondo romanzo di fantascienza.
Alexander Kainz non è soltanto uno pseudonimo, ma anche un personaggio rilevante della saga. La scelta di Kainz, come cognome del personaggio e di tutta la sua genìa, deriva da un suo soprannome nato ai tempi del Liceo. “L’ho fatto per esigenze di trama.” Ci dice. “Desideravo creare un ponte che collegasse il mondo letterario del libro alla nostra realtà, un motivo che giustificasse l’esistenza reale dei romanzi anche nelle pagine degli stessi, intendevo creare incertezza riguardo ai confini dello scritto e la spiacevole sensazione che le trame del romanzo potessero infettare il nostro mondo. In fin dei conti una consistente parte della storia in background è una rivisitazione, a volte estrema, di conoscenze che tutti noi abbiamo ereditato dal passato e che qui sono amalgamate, fuse e giustificate in modi che sfumano dalla mia finzione letteraria a quella, dai più, ritenuta canonica ai giorni nostri.”
Di cosa parla la trilogia: La maledizione del divoratore di anime, Apotheosis e Malum
Siamo nell’Inghilterra di metà ottocento e Samuel McNeil, della famiglia nobiliare degli Ancestral Sun, viene a conoscenza di essere un figlio adottato. Contemporaneamente il vero padre, Cornelius Kainz, muore e lui scopre avere addosso una maledizione che, da secoli, ha condannato la sua stirpe a morti premature.
Disorientato, Samuel deve difendersi dallo stesso padre naturale che cerca, dopo la morte, di possedere il suo corpo attentando al suo spirito e alla sua anima.
Braccato da incubi e sogni sempre più realistici, Samuel porta avanti la sua battaglia contro la dannazione antica alla quale è stato destinato, cercando di stabilire la verità sull’origine della sua dinastia.
Scopre che la sua famiglia trae origine dall’ottavo figlio di Nostradamus e che, a differenza degli altri discendenti, solo il suo predecessore ha contratto questa terribile maledizione.
Dopo aver lottato disperatamente per liberarsi di questo enorme peso, Samuel però lascia che la parte peggiore di lui prenda il sopravvento e si ritrova a compiere azioni che mai si sarebbe sognato di fare, come quella verso il figlio Akira.
Braccato dalla Chiesa per ciò che è diventato, per decenni vive relativamente sereno in Giappone, dove apprende tanto sulla natura del mondo e delle cose.
Ma nemmeno lì trova pace. Maledetto dagli uomini e dal cielo, non si ferma di fronte a nulla, preda di un’ambizione ormai senza limiti. Spirito senza anima, ombra di ciò che era, essere immortale capace di possedere i corpi dei suoi parenti, Samuel sembra incamminarsi inarrestabile verso l’Apoteosi. O verso la fine?
Non lo sapremo fino all’ultimo, fino a quando sia Samuel che la sua discendenza attesteranno finalmente l’origine e le radici della loro genìa e della maledizione calata su di loro.
Cosa ne penso
Quella narrata è una storia piuttosto articolata che spalanca le porte a un mondo oscuro, inquietante, abitato da un persistente senso di paura e, a volte, da uno strisciante orrore anche se non ci sono fiumi di sangue che scorrono.
Un dark/ bangsian fantasy con contaminazioni di paranormal romance per la presenza di elementi e creature paranormali come angeli o diavoli. E’ bravo l’autore a miscelare gli ingredienti tipici del soprannaturale con quelli del mistero, tanto che, in alcune parti, si avvicina molto al thriller.
Nonostante la trama sia complessa, la trilogia non è lunghissima, si attesta sulle seicento pagina all’incirca, e questo rende senza dubbio più snella la lettura. Ricca di colpi di scena, offre per i tre volumi spunti nuovi e un finale per niente scontato. I capitoli sono piuttosto brevi e lasciano, ad ogni chiusura, con il fiato in sospeso e la voglia di sapere cosa succederà.
Samuel combatte non soltanto contro la maledizione, ma anche contro il più terribile degli avversari: se stesso. E’ la lotta per la vita della sua anima, per la supremazia del bene sul male, per la vittoria del giusto sullo sbagliato.
Dentro ogni essere umano coesistono angeli e demoni, zone di luce e di ombre, tanto che anche la memoria del protagonista lentamente si fonde con l’onirica fantasia che lo accompagna nel suo delirante viaggio. Ma non è così semplice capire i confini della natura umana, nemmeno quando si tratta dei propri.
Forse, è questo il messaggio che si nasconde tra le righe.
Alcune parti, proprio per la molteplicità e peculiarità degli aspetti trattati, non sono di immediata comprensione e necessitano di una maggiore attenzione. In generale, comunque, il lettore è messo nelle condizioni di comprendere il succedersi degli eventi nel contesto della narrazione.
Lo stile è immediato, chiaro e coinvolgente, il ritmo non perde di tensione, e anche i vari flashback non disturbano e, anzi, lasciano spazio alla rievocazione di episodi precedenti che arricchiscono la vicenda che conquista.
Insomma, un esordio riuscito, una trilogia tutta da scoprire che consiglio a chiunque, in particolare a chi ama il fantasy non strettamente tolkieniano.
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