‘Leonardo Da Vinci e l’uomo del disegno’ di Luigi De Rosa

‘Leonardo Da Vinci e l’uomo del disegno’ di Luigi De Rosa


Leonardo Da Vinci e l’uomo del disegno

di Luigi De Rosa

(2019, Libreria Salvemini)


Chi è Luigi De Rosa

Nato a Firenze nel 1995, si è laureato in Storia nel 2018 e in Scienze Storiche nel 2021 all’Università degli Studi di Firenze.

Alla carriera universitaria, si affianca quella letteraria. Nel 2016 pubblica il suo primo romanzo, il fantasy La Maledizione di Bes (Abrabooks Editore). Seguono due favole con Historica Edizioni: Il segreto del pinguino e Renata la volpe incantata. Nel 2024 pubblica tre racconti con Rudis Edizioni in altrettante antologie: Il Lupo di Montaione, Il cammino del cammello, Bicerino.

Dal 2018 al 2020 ha collaborato con Tessere, rivista online per la quale scriveva articoli sulla cultura popolare. Dal 2020 collabora occasionalmente con il Gsf (Gruppo di Scrittori Fiorentini).

Di cosa parla il libro

Leonardo Da Vinci e L’uomo del disegno è a tutti gli effetti un romanzo storico, ambientato in pieno Rinascimento, ma che sviluppa una storia fantasy. Il più grande genio italiano, lasciata Venezia e ritornato a Firenze, viene coinvolto in una serie di intrighi che lo vedono contrapposto a una figura misteriosa. Qualcuno o qualcosa che sembra avere un legame con il suo passato e che può contare sull’aiuto della potente maga Isabelle d’Este. Nelle complicate vicende che si susseguono, Leonardo dovrà farsi aiutare dal suo amico stregone Tommaso Masini, dal vicecancelliere di Firenze Niccolò Machiavelli e dal fruttivendolo Niccolino de’ Ciatti.

 

Tutto prende le mosse dall’Uomo Vitruviano che Leonardo dipinse alla fine del 1400 e che improvvisamente prende vita. Ovvero Vitruvio stesso che si ritrova a vivere nel XVI secolo.

 

Pubblicato per il cinquecentesimo anniversario della morte dell’artista, il romanzo è un grande affresco dell’Italia del periodo. Scritto in una forma che il lettore non si aspetta, con personaggi reali, da Cesare Borgia, a Gian Giacomo Caprotti detto il Salài, allo storico rivale Michelangelo Buonarroti, e con altri nati dalla fantasia dell’autore o ispirati a persone realmente esistite.

Che cosa ne penso

La seconda opera del giovane Luigi De Rosa è qualcosa di molto particolare. Il protagonista è Leonardo Da Vinci collocato nel periodo storico in cui ha vissuto e ha prodotto le sue opere. A lui vengono affiancati personaggi realmente esistiti, si racconta un lungo pezzo della sua vita, personale e artistica.

Luigi De Rosa

Dunque è un romanzo storico. Solo che l’autore, appassionato di fumetti, di racconti e romanzi di genere fantastico, ci ha costruito sopra un fantasy, aggiungendo anche un tocco di mistero che rende la storia un genere ibrido, di cui non ci sono così tanti esempi.

 

In Italia un prolifico autore che mescola sapientemente storia reale e forze ultraterrene è Luca Azzolini e può essere citato come esempio il suo Romulus. Il sangue della lupa.

 

Il caso di Luigi De Rosa è molto più spinto. Il reale e il fantastico si muovono sullo stesso piano. Ci sono personaggi veri che restano reali, come Botticelli, Michelangelo, Zoroastro da Peretola, Francesco Gonzaga. Altri, come Machiavelli e Isabella d’Este che sono reali ma hanno un dono soprannaturale: la telepatia il primo, la magia la seconda. Lo stesso Leonardo ha strani poteri e riesce a nascondere sotto le proprie vesti un rettile parlante che è in grado di trasformarsi in un drago.

 

Troviamo anche personaggi totalmente inventati, ma legati alla vita dell’autore, come Niccolino de’ Ciatti, un omaggio e un pensiero per Niccolò Ciatti, il ragazzo massacrato fuori da una discoteca il Spagna nel 2017 e il cui assassino è ancora latitante. Luigi De Rosa era un suo amico e vuole qui ricordarlo e farlo rivivere, peraltro in una figura positiva, che si lascia subito amare dal lettore per la sua generosità e la sua semplicità. È lui l’ortolano che insieme ad altri personaggi aiuterà Leonardo a venire a capo del terribile mistero che si sta stringendo intorno al lui.

Ma il libro può avere anche un’altra chiave di lettura: quello ucronico, in cui si immagina un corso della storia alternativo a quello reale se invece di un fatto se ne fosse verificato un altro. Ad esempio che cosa sarebbe successo se Hitler non fosse stato sconfitto in Russia, se Napoleone non avesse perso la battaglia di Waterloo. Dunque, nel caso di Leonardo e l’uomo del disegno è lecito chiedersi quale corso avrebbe preso la storia se nel 1500 fosse esistita la magia o i poteri soprannaturali attribuiti ad alcuni personaggi reali, come appunto Vitruvio che esce dal disegno di Leonardo e si ritrova a vivere cinque secoli dopo.

De Rosa riesce a mantenere il complesso equilibrio tra la storia e la fantasia, senza perdere di vista la logica e la razionalità, perché se il lettore deve accettare l’esistenza della magia, della telepatia, della reincarnazione, da parte dell’autore deve essere garantita la coerenza della storia.

Un’opera non facile, come ammette lo stesso autore nella sua nota finale, ma che ha superato la prova, grazie anche a un linguaggio semplice e scorrevole.


Recensione a cura di Lina Senserini, docente e giornalista.


 

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