Con l’India negli occhi, con l’India nel cuore
Con l’India negli occhi, con l’India nel cuore – Poesie e fotografie (WIP Edizioni)
Ester Cecere (sotto nella foto) , scrittrice passionale e raffinata, è già stata ospite nel nostro Blog ma, per chi ancora non la conoscesse, ecco alcuni cenni su di lei:
Pugliese (è nata a Taranto dove tutt’ora vive e lavora) di professione fa la ricercatrice presso il Consiglio Nazionale delle ricerche dove si occupa di Biologia marina.
Letterariamente nasce come poetessa (ricordiamo le raccolte Burrasche e Brezze, Come foglie in autunno, Fragile. Maneggiare con cura) ma successivamente esordisce anche in narrativa con un libro di racconti Istantanee di vita (Kairòs, Napoli, 2015).
Con queste sue produzioni, l’ultima è Con l’India negli occhi, con l’India nel cuore – Poesie e fotografie, ha raccolto in brevissimo tempo un ottimo successo di pubblico e critica vincendo anche numerosi ed importanti Premi Letterari.
Cosa ne penso
Con l’India negli occhi, con l’India nel cuore – Poesie e fotografie, è una raccolta veramente particolare che non può lasciare indifferenti.
L’ho letta più di una volta, cercando di distaccarmi per non essere troppo coinvolta, per “guardarla” con occhi critici, ma francamente non ce l’ho fatta. Le atmosfere evocate dall’autrice sono talmente vivide che, leggendo queste poesie, sembra proprio di essere lì, in India, tra quella folla miserabile e scomposta, ma nel contempo pulsante di vita e di profonda umanità.
Leggere questa raccolta mi ha provocato lo stesso turbamento dello splendido romanzo ”L’arte di ascoltare i battiti delcuore” di Sendker Jan-Philipp, l’incredibile storia dell’amore tra Tin Win e Mi Mi, sbocciato tra i poverissimi vicoli della cittadina di Kalaw annidata tra le montagne birmane.
Sullo sfondo di un mondo che proprio come quello descritto da Sendker, è privo del superfluo, se non addirittura del necessario, ma dove le persone hanno quella saggezza e sensibilità che a noi occidentali sembrano ormai non appartenere più, Ester Cecere ci insegna a guardare oltre il precario inganno degli occhi.
Con sensibilità e delicatezza, riesce ad emozionarsi ed emozionare con versi misurati e mai freddi, sentimentali ma non sdolcinati, dipingendo con i colori delle parole un quadro di sentimenti ed emozioni che, nonostante la sofferenza, trasmette serenità e pace.
Attraverso il reportage fotografico realizzato dalla stessa autrice, il lettore può poi esplorare amorevolmente, e in maniera più diretta, l’universo culturale ed umano di cui l’autrice parla e sovrapporre le immagini alle parole, o viceversa. Uomini miseramente vestiti, ritratti di donne/bambine che lavano panni in fiumi melmosi, conducono dromedari, trasportano piante secche di canne da zucchero, vendono collane fatte di fiori, accudiscono i loro bambini, ma anche istantanee di animali che cercano cibo tra i rifiuti o una femmina di macaco con il suo cucciolo.
Ecco, è questa l’India: l’affascinante Paese dalle indimenticabili bellezze storiche ed artistiche, regno del sorriso e della cortesia, dei colori sfavillanti, della sacralità e spiritualità, ma anche delle superstizioni, dei matrimoni combinati, della violenza sulle donne, violentate stuprate impiccate sfregiate, delle enormi baraccopoli e della povertà, quella vera.
Mi colpirono
un tempo bella, la gioventù sfiorita
e i lineamenti delicati e stanchi
ma anche i logori abiti indossati
poco più che stracci neppure rattoppati.
A capo chino veloce avanzavi,
senza guardarti intorno
senza incrociare sguardi,
come sperando d’essere invisibile.
Dalla cintura sfilacciata pendeva
di metallo una piccola gavetta.
Chiedevi l’elemosina di un pasto? Pensai che fossi l’ultimo degli ultimi…
Sulla sponda accovacciata
d’una melmosa pozza d’acqua
battevi i panni e li strizzavi
statuina d’un presepe triste.
Volgesti il viso al mio apparire
chè una fotografia non rubasse,
d’atavica rassegnazione segnato,
lo sguardo basso e mesto.Per altre notizie: www.estercecere.weebly.com
Tutte le foto di questo articolo sono state scattate dall’autrice e fanno parte del libro.