“Memoires” Olga I Korostovetz (1895-1993) Diario di un’epoca

“Memoires” Olga I Korostovetz (1895-1993) Diario di un’epoca

E’ stato pubblicato recentemente “Memoires” Olga I Korostovetz (1895-1993) Diario di un’epoca (Pathos Edizioni ) dell’auore Carlo Gastone.

Un documento di notevole valenza storica che ha coinvolto numerose personalità fra cui anche il noto studioso e ricercatore professor Nuzgar Ter-Oganov , oggi è a riposo ma ancora attivo,

Chi è Carlo Gastone

Ex dirigente industriale. Nasce nel 1950 a Johannesburg  in Sud Africa. Proviene da una famiglia internazionale. E’ poliglotta. Ha passato parte della sua infanzia, dove ha fatto le elementari, all’Avana Cuba e a New York Usa.

 

All’inizio degli anni 60 è rientrato in Italia e dopo aver conseguito la licenza liceale si è laureato a Torino in Giurisprudenza. Dopo aver vissuto per ragioni di lavoro a Lagos in Nigeria, a Brescia ed a Slupsk in Polonia dove ha svolto svariati incarichi rientra a Torino dove risiede attualmente in pensione.

 

Oggi coltiva svariati interessi tra cui quello di ricostruire la storia e la genealogia della propria famiglia andata in parte dispersa a causa di eventi bellici e rivoluzionari. Decide di conoscere un po’ meglio le sue radici russe di cui la madre, nel corso degli anni, non era stata molto prodiga d’informazioni.

 

Alla morte di sua mamma, avvenuta nel gennaio del 2012, trova una valigia appartenuta alla nonna con dentro svariate fotografie, certificati e documenti d’interesse storico trai quali alcuni quaderni scritti in francese contenenti le memorie. La passione e l’amore per la sua progenitrice lo spinge a proseguire nelle sue indagini e dopo non poche ricerche sulla figura storica del padre di sua nonna Ivan Jacovlevich Korostovetz (1862-1932) decide di tradurre e di far pubblicare in Italia le memorie di Olga I Korostovetz.

“Memoires” Olga I Korostovetz (1895-1993) Diario di un’epoca

Si tratta di un’opera di 216 pagine contenente oltre al testo anche svariate fotografie storiche, tutte firmate. Sono racconti veri dell’avventurosa vita della nonna dell’autore, Olga, figlia di un diplomatico tsarista di successo, Ivan J. Korostovetz (1862-1932).

Olga descrive abitudini e usanze locali anche in presenza di personaggi conosciuti in Paesi: quali la Cina, il Giappone, la Mongolia e la Persia. Ritrae suggestivi affreschi di vita quotidiana in ambienti molto particolari. Per esempio riporta la descrizione dettagliata dell’udienza con lo Scià di Persia, o del viaggio sul proprio vagone della Transiberiana, appena finita di costruire, da San Pietroburgo a Pechino. Narra, inoltre, i cambiamenti epocali a cavallo del ventesimo secolo che vengono da lei vissuti in prima persona e che stanno già ad indicare la fine inevitabile di un periodo storico giunto al suo termine.

Premesso ciò e dopo aver fatto non poche indagini, durate ca. 3 anni (coinvolgendo 3 ricercatori universitari rispettivamente in: Mongolia, Russia e Israele e altri professori italiani di chiara fama oltre al noto slavista Piero Cazzola), sulla figura del bisnonno dell’autore Ivan Jacovlevich Korostovetz (padre di Olga), Carlo Gastone ha deciso di tradurre personalmente il testo e di far pubblicare le memorie della nonna Olga.

Dal Prologo

Questa traduzione nasce dal desiderio di raccontare la storia della mia amata Baboushka Olga (“Nonna” in Russo, da noi chiamata familiarmente “Bousha”) sulla base delle sue Memoires, scritte negli anni ‘70, e di tracciare la brillante figura storica di suo padre, Ivan Jacovlevich Korostovetz (1865-1932), diplomatico di successo della Russia Tsarista.
In queste “Memoires”, Olga racconta la storia della sua gioventù all’estero, al seguito del padre, in un periodo storico ricco di eventi e di trasformazioni da lei vissuti in prima persona.
Le memorie coprono il periodo dal 1895 al 1970. Pur rispettando il rigore storico e la tragicità degli eventi, Olga descrive episodi arguti di vita quotidiana, nei quali appaiono anche personaggi storici, che rendono la lettura piacevole e scorrevole. Si tratta di descrizioni particolareggiate di episodi che, di fatto e nonostante la dolcezza dell’esposizione, stanno già indicando la fine inevitabile di un mondo che cambierà in ragione dello stravolgimento dei costumi e delle usanze dell’epoca.

Olga Ivanovna Korostovetz

Per poter meglio comprendere lo spirito e le sfumature dei racconti occorre delineare brevemente le origini della famiglia Korostovetz immersa ancora, per mentalità e forma di ragionare, in una Russia imperiale, teocratica e patriarcale.



Dopo i rivolgimenti che vi sono stati e che hanno stravolto i vari archivi, si ha notizia di un primo personaggio della famiglia nato a metà del‘600 di nome Mikhail Korostovetz, di nobiliorigini, appartenente alla famiglia polacca Chrostowski di stemma Ostoja.

 

Su decreto di Alessandro III dell’11 aprile del 1890, la famiglia Korostovetz ebbe diritto ad utilizzare lo stemma Ostoja e lo stemma Korostovetz fu inserito a pag. 141 nella diciannovesima parte dello stemmario comune delle famiglie nobili dell’Impero russo.
La storia di questo stemma risale al 1069 quando il re polacco Broneslav II, detto “Il Coraggioso” (regnò dal 1058 al 1080), premiò il colonnello Ostoja con il titolo di “Nobile” per il coraggio e la fedeltà, esonerando la sua famiglia dal pagamento delle tasse.
La maggior parte dei significati degli stemmi sono persi per sempre.
Tuttavia, si può dire che il fondo celeste dello stemma significa che la famiglia combatté guerre navali mentre le mezze lune rappresentano le crociate e le battaglie contro i Turchi e i Mussulmani.
Senza entrare in ulteriori dettagli, enumerando incarichi pubblici di prestigio ricoperti da vari membri della famiglia, come Ismail Vladimirovich Korostovetz, a Tallinn, dove fu ultimo Governatore-Generale dell’Estonia prima della rivoluzione bolscevica, desidero tracciare un breve profilo sintetico del padre di mia Nonna Olga.

Ivan Jakovlevic Korostovetz (1862-1932)

La carriera diplomatica del mio bisnonno è contrassegnata da una attiva osservazione e partecipazione russa in Estremo Oriente. L’Asia fu l’oggetto maggiore dell’interesse del suo “cursus honorum” e già negli anni 1890-94 lo troviamo in Cina con la funzione di secondo segretario della legazione russa a Pechino.

Durante l’anno 1899 viene nominato commissario diplomatico nell’amministrazione del Kuantung, che era retta dal vice-ammiraglio Yevgeny Ivanovich Alekseyev (fratellastro di Nicola II): comandante delle forze terrestri e navali russe in Estremo Oriente.

Statua Korostovetz

Nel 1900, fu spettatore a Tientsin e Pechino della rivolta dei Boxer.
Nel 1904, chiamato dal Ministro Sergej Julievic Witte, partecipa quale suo segretario ai negoziati col Giappone per porre fine alla sanguinosa guerra russo-giapponese.
Nel 1905 accompagna lo statista in America per la firma del Trattato di Pace a Portsmouthdopo l’intermediazione di Theodore Roosevelt (5 settembre 1905).
Dal 1908 al 1911 è inviato straordinario e ministro plenipotenziario a Pechino.
Quindi, nel 1912, viene designato come plenipotenziario a Urga (l’attuale Ulan Bator), in Mongolia, per le trattative col governo e i principi mongoli. Il 21 di ottobre del 1912 firma un trattato di amicizia russo-mongolo. Questo trattato ha permesso, poi, alla Mongolia di proclamare la propria indipendenza e di stabilire relazioni di parità e dignità con i paesi confinanti. (L’8 di settembre 2014 venne inaugurata una sua statua commemorativa alla presenza di Vladimir Putin, quale dono della Mongolia al popolo della Federazione Russa in segno di amicizia).
Richiamato a San Pietroburgo per problemi familiari presto risolti, nell’ ottobre del 1913 fu inviato in Persia, a Teheran, dove rimase sino al 1915 con l’incarico di ministro plenipotenziaro.
Dal 1915 al 1917 fu membro del consiglio del Ministero degli Affari Esteri. Dopo aver rifiutato di collaborare con il nuovo regime bolscevico, riuscì ad evitare di essere imprigionato e si rifugiò in Finlandia.
Dopo aver vissuto a Berlino, Pechino, Francia, morì a Parigi nel 1932.
Alcune di queste vicende sono descritte in modo puntuale da Ivan stesso in diari che sono stati tradotti come quello relativo alla firma del Trattato di Portsmouth del 1905 ai nove mesi in Mongolia (pubblicato sulla rivista culturale Slavia nel 1998/99 con prefazione e traduzione del Prof. Avv. Piero Cazzola) ed altri ancora inediti edi mia proprietà sulla Rivolta dei Boxer (Diario della Rivolta dei Boxer in Cina 1900) e sul periodo in Persia (Persian Arabesques).
Questo breve profilo permette di comprendere il contesto e il contenuto delle “Memoires” di Olga I Korostovetz Strazzeri. Ella seguì, infatti, il padre in tutte le sue peregrinazioni diplomatiche sino a quando, durante la rivoluzione russa, sposò a Roma, nel 1916, un ufficiale della Marina Italiana, Renato Strazzeri, che aveva conosciuto a Pechino quando era distaccato presso la Legazione d’Italia.
L’idea di pubblicare queste memorie nasce dal desiderio di onorare la figura di mia nonna Olga Ivanovna Korostovetz, persona dolcissima e sempre sorridente, malgrado le tragedie e le traversie passate durante tutta la sua vita “Una Rivoluzione e ben due Guerre Mondiali”.

 

 

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