Momenti di tenerezza – 50 anni di fotografie tra cinema, televisione e gossip

Momenti di tenerezza – 50 anni di fotografie tra cinema, televisione e gossip


Momenti di tenerezza
50 anni di fotografie tra cinema, televisione e gossip
di Sergio Colombari
(2024, Ventura edizioni)


Chi è Sergio Colombari

Sergio Colombari è un fotografo romano che per oltre 50 anni ha scattato fotografie nel mondo dello spettacolo, del cinema e della pubblicità, iniziando il suo percorso a tredici anni, giovane ragazzino nominato baby face da Liz Taylor.

Sergio Colombari con Raul Bova

Le sue collaborazioni significative sono state l’agenzia Keystone e quella di Elio Sorci, alla fine degli anni ’70 è diventato free-lance iniziando il suo percorso solitario continuando a fotografare personaggi del mondo dello spettacolo, della politica e dello sport per tutte le testate dei periodici.

Colombari è entrato nel mondo della pubblicità come fotografo ufficiale di Gucci-Roma e di molte altre aziende prestigiose. Ha lavorato sui set di film e fiction con attori come Gassman, Sordi e la bellissima Bellucci in qualità di fotografo di scena.

Negli anni ’80 ha iniziato la collaborazione con Sorrisi e canzoni durata per circa 20 anni.

Negli anni ha partecipato a diverse mostre fotografiche nazionali come Cliciac (1998-1999-20009) mostra dedicata ai fotografi di scena; nel 2005 Photoshow Mostra collettiva Nikon Milano-Fiera; e nel 2003 ha esposto alla mostra internazionale A flash of art inaugurata a Roma e poi spostata a Mosca, Usa e Giappone.

Di cosa parla il libro

Momenti di tenerezza – 50 anni di fotografie tra cinema, televisione e gossip è un libro fotografico, il primo di Sergio Colombari, con introduzione del grande fotografo Oliviero Toscani.

 

E’ il risultato di anni di fotografie che ritraggono i personaggi più noti in momenti pubblici ma anche intimi, rubati. Ogni fotografia è spiegata e commentata dall’autore che attraverso gli scatti ad altre persone ripercorre la propria esistenza.

Cosa ne penso

Sono rimasta affascinata da questo libro, perché parte dal cuore e arriva al cuore. Non si limita all’aspetto documentale, direi storico. Sergio Colombari è andato alla ricerca dell’anima di chi aveva davanti. Non si tratta di semplici scatti, piuttosto del lungo cammino personale e professionale in tutto il mondo che gli ha permesso di crescere come persona, prima che come fotografo.

Sergio Colombari con Laura Chiatti

‘La mia vita e il mio lavoro sono stati un’esperienza entusiasmante e fortunata’ dice l’autore ‘la fotografia mi ha fatto vivere emozioni straordinarie e incontrare persone che mi sono rimaste nel cuore’.

In un’epoca dove tutto va veloce, passa in un istante senza quasi lasciare traccia, questo libro dà il giusto valore ad attimi, momenti e situazioni restituendo la dimensione più intima e umana dei più noti personaggi del cinema, della televisione e del panorama culturale internazionale, diventando testimone di un’epoca che non può, e non deve, essere dimenticata.

Sergio, quale significato attribuisce alla fotografia?

La fotografia è storia: tutte le immagini contribuiscono a costruire la memoria e raccontano una storia.
Possono essere scatti d’importanza mondiale o Polaroid di una festa di compleanno, lasciano comunque una traccia ed un ricordo di quella frazione di secondo in cui è stato premuto lo scatto.
Oliviero Toscani nella sua prefazione scrive: “Anche la foto più idiota finisce per essere un documento storico”.

Come si è evoluta negli anni?

Nella parte tecnica c’è stata un’evoluzione continua dagli inizi di Louis Daguerre nell’ottocento ad oggi, si è passati da apparecchi ingombranti e complicati da utilizzare ad attrezzature digitali, completamente automatizzate di dimensioni molto contenute, fino ad arrivare ai telefoni cellulari che consentono a tutti di fotografare.

Nell’aspetto dei soggetti fotografati, è un mondo talmente vasto, difficile da descrivere, nel settore giornalistico ci sono stati molti cambiamenti, quando ho iniziato a lavorare sui giornali comparivano più foto-documento: cronaca di vita quotidiana, reportage, ritratti ed i personaggi fotografati erano realmente famosi, il budget investito per il fotografico era consistente. Oggi i giornali sono suddivisi per settori, spendono pochissimo per le foto e pubblicano un materiale, a mio avviso, meno interessante.

A quale tipo di contaminazione con altre arti visive è stata esposta?

La fotografia ha documentato pittura, cinema, teatro e tanto altro. Considero la fotografia un’arte e in quanto tale, il risultato finale può piacere o no, le contaminazioni sono scelte di chi fotografa. Ho visto tante fotografie particolari, artistiche, alcune le ho trovate molto interessanti altre, pur quotate, mi sono sembrate ridicole.L’arte non si discute, ti trovi davanti ad una tela tagliata da Lucio Fontana, l’apprezzi o resti perplesso.

Che significato ha per lei la memoria?

Questo libro è memoria, non soltanto la mia di memoria, ma anche di chi è stato fotografato. E’ un pezzo di storia italiana che si presenta a coloro che non erano ancora nati, uno spaccato di vita del mondo dello spettacolo e del costume italiano. La memoria, in definitiva, non è altro che la capacità di conservare traccia di informazioni ed eventi.

La fotografia è memoria, il Ministero dei Beni Culturali ha dichiarato l’archivio di alcuni miei colleghi: “Patrimonio di interesse culturale particolarmente importante


Recensione e intervista a cura di Dianora Tinti, giornalista e scrittrice


 

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