‘Non tutto è perduto’ di Marco Vichi
Non tutto è perduto
di Marco Vichi
(Guanda, 2022)
Chi è Marco Vichi
Scrittore molto letto e apprezzato, Marco Vichi ha esordito con numerosi racconti pubblicati su diverse riviste italiane.
Nel 1999 ha realizzato per Radio Rai Tre alcune puntate del programma Le Cento Lire, dedicate all’arte in carcere. Dal suo primo romanzo, L’inquilino, è stata tratta una sceneggiatura insieme all’amico Antonio Leotti. Ha anche allestito spettacoli teatrali e curato sceneggiature televisive, tenu-to laboratori di scrittura in diverse città italiane e presso l‘Università di Firenze
Nel 2002, con Il Commissario Bordelli, ha fatto la sua prima apparizione il commissario protagonista di una serie di polizieschi ambientati nella Firenze degli anni sessanta.
Vive nel comune di Impruneta.
Di cosa parla
In pensione, il già commissario Bordelli, fa lunghe passeggiate in collina e ripensa al passato. A poco a poco, si fa strada nella sua mente l’idea di risolvere l’unico caso della sua carriera rimasto insoluto: un ragazzo, figlio di un industriale fascista, ucciso nel 1947 con diverse coltellate… forse una vendetta? Era la sua prima indagine, e all’epoca non era riuscito a venirne a capo, anche perché molto presto era arrivato l’ordine di lasciar perdere, non era il clima giusto per rovistare nelle tragedie della guerra, l’Italia aveva bisogno di pace e di serenità.
Ma adesso, dopo ventitré anni, sente l’esigenza si risolverlo anche se non ufficialmente.
Nel frattempo, cerca di dare una mano a Piras, diventato vicecommissario, e finisce per ritrovarsi alle prese con due crimini odiosi che reclamano giustizia, una giustizia che forse andrà cercata al di fuori delle regole…
Cosa ne penso
Nonostante la pensione, Franco Bordelli non ha perso la passione per la caccia agli assassini. Risolvere complicati enigmi e fare giustizia è al centro dei suoi pensieri, è uno sbirro nell’anima. A distanza di oltre venti anni, non si rassegna all’unico delitto rimasto insoluto fra tutti quelli su cui ha indagato. Gregorio, un giovane ricco e viziato, è stato ucciso nel 1947. All’epoca, per motivi di opportunità, il caso fu chiuso d’ufficio e Bordelli suo malgrado dovette chiudere le indagini.
Da pensionato riprende le indagini, una sorta di cold case che lo porterà a scoprire il segreto di quella morte. Ma, nel frattempo, mentre accompagna il giovane Piras nella ricerca di una bambina scomparsa, il caso lo porta ad imbattersi in un altro cadavere, anzi, uno scheletro che fa riaprire un caso di scomparsa di cinque anni prima.
La maestria dell’autore si conferma in questo libro che in realtà ne contiene altri. Come consuetudine nella serie del commissario, insieme alle storie principali ci sono altre narrazioni, anzitutto quelle dei commensali nelle cene a casa Bordelli, a cui i lettori di Vichi sono abituati. Ma stavolta c’è un vero e proprio piccolo romanzo, la vicenda di un vecchio amico, Zeno, che si dipana dal 1923 al 1970, con emozionanti colpi d scena.
E poi, dulcis in fundo, ecco un vero piccolo gioiello, l’incontro di Franco Bordelli con Alba De Cespedes, la sua scrittrice preferita. Un personaggio di fantasia e una scrittrice reale, trascorrono una piacevole serata parigina, un vero e proprio omaggio di Vichi ad una grande autrice.
Molto altro ci sarebbe da scrivere su questo romanzo che molto più di un noir e in cui Marco Vichi si conferma grande scrittore.
Recensione a cura di Fulvia Perillo, scrittrice e operatrice culturale