“Quell’agosto del ’59” di Agata Florio

“Quell’agosto del ’59” di Agata Florio

 

“Se avere una mamma significava tutto questo, io non la volevo. Non ne avevo bisogno, avevo capito di avere bisogno di te, Iolanda, non avrei voluto niente di più”.

In Rosso, l’autrice Agata Florio

 

RECENSIONE A CURA DI Alessandra Di Girolamo ©

Quanta commozione nel leggere e nel respirare queste pagine di vita. Agata ci svela le sue fragilità, le sue paure, le sue gioie, i suoi ricordi, il suo “ passato” che passato non è!

Una bambina forte, coraggiosa, delicata, talentuosa, una bambina“ fortunata. Sì perché lei si ritiene molto fortunata ad aver avuto l’opportunità di essere amata dalla sua meravigliosa “ mamma Iolanda. Un rapporto speciale, indissolubile, indescrivibile e unico.

– Cosa vuol dire essere madre? Chi è realmente una mamma? Chi ti dona la vita e poi ti abbandona o chi ti Ama per sempre?

Dolci e delicati pensieri trasformati dall’autrice in pure e candide emozioni: la parola dignità prevale su tutto e tutti. Ecco che Agata, pur privata di mille cose, si accorge di possedere il bene più prezioso:“ l’Amore”.

Grazie a Iolanda viene accolta in quell’istituto di Catania, tra le suore, tra i bambini, tra i ragazzi che sognano la loro vita e una vera famiglia. Ma quella per Agata era già la sua Vera Famiglia; era Iolanda il suo angelo custode, la sua guida, la sua “unica e vera mamma”.

Così l’autrice ci apre il suo cuore e ci ospita tra i battiti di un’infanzia felice, serena e indimenticabile.

Dalle sue parole, dal suo linguaggio diretto, semplice, d’impatto, si percepisce quel senso di gratitudine per aver ricevuto in dono una persona che le ha insegnato i veri valori della vita.
La personalità di una donna si delinea fin da piccola e allora è facile comprendere il perché Agata sia stimata e amata un po’ da tutti. Ha imparato il rispetto, ha imparato a chiedere scusa, ad accontentarsi, a non perdere mai la speranza. Certo ha rinunciato ai suoi studi, ma mai ai suoi sogni.

Agata riesce a perdonare, ciò nonostante, lei perdona! Difficile dimenticare un passato che non aveva chiesto, ma forse quel passato era lì per offrire altre gioie e altri orizzonti.

“Spesso ho pagato conti che non mi appartenevano e preso qualche schiaffo dalla vita che proprio non meritavo, ma ho sempre ascoltato i tuoi consigli, le tue raccomandazioni, erano spunti preziosi di
riflessione”.

Agatuccia ( così affettuosamente l’ha sempre chiamata Iolanda) pensa alla sua amata terra, alla Sicilia, in particolare alla sua Catania, alla festa di Sant’Agata, patrona della città.

Alessandra Di Girolamo

Anche se oramai da anni ha lasciato la sua bella isola, le sue radici son sempre lì, àncorate tra le anse della sua anima.
Ci sembra di sentire e gustare il profumo e il sapore di quei frutti: pomodori freschi, grossi e succosi fichi d’India, mandorle croccanti e ancora pasta reale, zucchero filato, dolcetti e caramelle.

 

Ho sorriso leggendo il racconto su Sant’Agata e l’esplosione della “pancia” dell’Etna. Storiella narrata ad Agatuccia per tranquillizzarla da quelle che lei chiamava bombe: fuochi pirotecnici.

 

Si perché il vulcano aveva una pancia talmente piena che un bel giorno decise di esplodere, buttando dalla bocca pietre infuocate. Per fortuna Sant’Agata depose il suo velo a terra e le pietre incandescenti si fermarono e la città fu salvata. Così ogni anno i suoi abitanti la ringraziano con questa festa religiosa.
La nostra Autrice ci parla anche della sua adolescenza, del suo primo amore, delle sue figlie … sì proprio lei che non era mai stata figlia ora era madre di due splendide creature.

 

Ho respirato tanto amore in queste 119 pagine, tanta dignità, tanta umiltà, tanta sofferenza ma soprattutto tanta riconoscenza e gratitudine.

 

Nella vita , a volte, si ha troppo e purtroppo non si riesce ad apprezzare neppure una minima parte di ciò che si possiede. Poi ci sono le persone come Agata Florio, che pur avendo “poco” hanno fatto di quel poco “l’immenso perché in quel poco c’era racchiuso tutto il significato della sua vita, c’era custodito ( come in quella scatola lasciata per lei da Iolanda in Istituto) un pezzo di cuore sul quale vi era scolpita la parola Amore.

 

Faccio i complimenti alla scrittrice Agata Florio e invito i lettori a dedicare un po’ del loro prezioso tempo a questo meraviglioso, toccante, emozionante, commovente libro raccontato in prima persona.
La scrittrice ha toccato il mio cuore ed è riuscita ad accarezzare pure la mia anima.


CITAZIONE
“Mi hai insegnato quant’è bello non dover mai abbassare lo sguardo per paura o per vergogna, che guardarsi allo specchio e riconoscersi è bellissimo. Affrontare .”


 

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