E alla fine c’è la vita, esordio di Davide Rossi
Chi è Davide Rossi
Davide Rossi è un giovane autore nato e cresciuto in un piccolo paese della provincia di Pavia, Sant’Angelo Lomellina.
Nonostante la formazione scientifica, non ha mai smesso di coltivare la passione per il cinema e la scrittura.
Nel 2013 ha scritto, insieme ad altri autori, la sceneggiatura di Benvenuti a casa Verdi (Muccapazza film) oltre a racconti brevi, poesie e saggi.
E alla fine c’è la vita, unione di tutti questi percorsi, è il suo romanzo d’esordio.
Di cosa parla E alla fine c’è la vita (Apollo edizioni)
Sullo sfondo di una Pavia universitaria, Davide Rossi racconta le vicende di cinque ragazzi ancora alla ricerca di una loro dimensione personale. Disorientati e spesso persi nell’incertezza esistenziale, i protagonisti sono testimoni di un malessere sociale che sfocia nel sesso, alcool e droga.
Cosa ne penso
Il romanzo, fortemente condizionato dalla passione cinematografica dell’autore, pur mancando delle caratteristiche parti relative alle ambientazioni e alle indicazioni sulle intenzioni dei personaggi, si presenta come una sceneggiatura o testo teatrale.
Espressioni del mondo giovanile che spesso rifiutano la maturità e la formazione, i protagonisti sono i veri interpreti della generazione a cui appartengono.
Ognuno di loro, a modo proprio, si oppone al conformismo che rende incapaci di vedere in modo corretto e disincantato il mondo.
La giovinezza, quindi, come valore simbolico assoluto, proprio per essere il periodo esistenziale durante il quale si dovrebbe programmare la vita.
Tuttavia, è proprio la mancanza di sicurezze, la confusione mentale e la paura legata non soltanto al futuro, ignoto e incerto, ma anche alla quotidianità che, portate all’estremo, avvia all’analfabetismo emotivo, all’alessitimia. E l’incapacità di riconoscere la propria e altrui emotività apre le porte alla droga, all’acool e al sesso fine a se stesso.
L’autore rappresenta tutto questo attraverso una sequenza di immagini che fanno emergere come questi giovani riescano a cacciarsi nei guai, danneggiare la propria salute, pentirsi di ciò che fanno o non fanno, vivere senza regole, rimanere storditi, tuttavia senza la capacità di abbandonare le pratiche negative. Ma dopo tutto questo, è possibile ripristinare la bussola interiore?
Forse, leggermente acerba in alcune parti, ma sorretta da una scrittura in prima persona ritmata ed emozionale, quest’opera ha il pregio di trasmettere verità attraverso una buona caratterizzazione dei personaggi (che emerge dalla qualità dei dialoghi) e uno stile personale. Un autore e una lettura sicuramente interessanti…