“I giorni e l’amore” di Luisa Sisti

“I giorni e l’amore” di Luisa Sisti

Luisa Sisti

Chi è Luisa Sisti

Nata a Roma nel 1960, coltiva dall’infanzia la passione per la scrittura con racconti, fiabe e poesie. Dopo la maturità classica nel 1979, per necessità familiari, inizia a lavorare come archivista.

 

Si laurea a pieni voti in Lettere moderne nel 1994 con una tesi sperimentale sull’opera giovanile di Cesare Pavese (vincitrice del “Premio Pavese”, edizione 1996) e pubblica numerosi articoli di critica letteraria su riviste accademiche: “Sincronie”, “Paragone”, “Il Portolano”, “Tempo Presente”, “La Scrittura” e “L’Alighieri” (quest’ultima con recensioni).

 

Fino al 2005 è caporedattore del mensile “IdeAmbiente” e collabora con le riviste “Nuova Ecologia”, “Ambiente e Sviluppo”, “Scienza on line”, “Sapere” pubblicando articoli scientifici; attualmente si occupa di strategie museali, ma continua a dedicarsi alla narrativa e la poesia. Nel 2016 pubblica il romanzo “La vita silente” (AUGH-Editore), cui segue “I giorni e l’amore; sempre nel 2019 esce la silloge poetica “Il velo di Calypso” (Ilmiolibro) e “Racconti e haiku” (Streetlib, 2019).

Di cosa parla I giorni e l’amore

È l’estate del 1965. Guido Vivanti, professore di filologia romanza sta partendo per per raggiungere la giovane giornalista Laura Savini, a Milano, per la quale ha chiesto un anno sabbatico, ha accettato di far parte di una ricerca collettiva sui trovatori provenzali, ha rinunciato all’incarico di preside della facoltà di Lettere.

La vicenda romantica che fa da incipit, si intreccia subito dopo con la storia dell’Italia, prima e dopo gli anni Sessant. Si parte dalle origini ebraiche del tormentato Guido, passando per i 25 anni segnati dalla contestazione studentesca, la crisi selle istituzioni universitarie e culturali, il femminismo, gli anni di piombo e le stragi “di stato”, fino all’Italia “da bere” dell’ultimo ventennio del secolo, prima dell’irreversibile crisi politica della prima Repubblica.

Accanto a Guido e Laura personaggi come Goffredo Guarnieri, comunista e pasionario, attratto dalla ragazza, la paleografa belga Ingrid van den Ostweeld, a sua volta attratta da Guido, a cui nello scorrere degli anni si legherà di una profonda intesa intellettuale. A complicare il rapporto tra Laura e il professore, l’impotenza dell’uomo, la sua paura di perdere la ragazza, la gelosia, poi la nascita del piccolo Fabrizio, che apre un nuovo capitolo della storia: la reazione della moglie di Guido, Pia, il processo per concubinato e l’allontanamento della coppia.

Vicende che finiranno per cambiare profondamente Guido, che piano piano impara ad esprimere i propri sentimenti e a

Caduta del Muro di Berlino, 1989

ritrovare l’amore delle figlie nate dal precedente matrimonio. Tra colpi di scena (Guido scopre di essere il padre di Goffredo), la scelta di aprire al pubblico la proprietà di famiglia a Cavernago e creare una Fondazione culturale, arriva il matrimonio con Laura e un sorprendente finale.

Il 10 novembre 1989, “the day after”, ci sarà la caduta del muro di Berlino, ma verrà anche inaugurata la Fondazione Vivanti…

Cosa ne penso

Ogni libro è un viaggio attraverso il tempo, lo spazio, l’animo dei personaggi, le loro storie. È vero: chi legge, ogni volta vive una vita diversa. Nel caso del romanzo “I giorni e l’amore”, molte vite e altrettante storie.

 

Quelle dei giorni, le vicende italiane e non solo, che tra il 1965 e il 1989 (il tempo del romanzo) portano ai profondi stravolgimenti dell’Europa intera, rimettono in discussione l’assetto politico, le idee e gli ideali, le certezze e le incertezze di un continente e delle sue origini. In mezzo l’amore, l’altra parte del titolo e della storia dei due protagonisti, Guido e Laura, ognuno a suo modo perfetto esempio del proprio tempo e della propria età.

 

«Guido è un eroe silenzioso e tormentato del Novecento, complesso nei suoi rapporti con gli altri e con la Storia – si legge nella prefazione – Un uomo che da sempre insegue la Bellezza e la Poesia e, improvvisamente, quello che era il tema dei suoi studi prende vita. Quei termini d’amore nei poeti provenzali, la fi n-amor, il desio, la jòi si incarnano tutti nella sua “musa” vitale: Laura!».

Lei è l’amore, il sentimento a cui Guido sacrifica quella che era stata la sua vita fino al momento di incontrarla, il 16 ottobre 1963 quando la giovane redattrice di “Roma Oggi”, si era affacciata nello studio per intervistarlo su una dibattuta attribuzione di pochi versi di un trovatore provenzale. “L’Amore” con la “A” maiuscola è lo spirito che contraddistingue le loro vite e con il quale entrambi si apprestano a portare avanti il loro viaggio, insieme e ciascuno per sé. È amore per la cultura e lo studio, per il lavoro e per gli altri, che Guido impara ad esprimere oltre che a sentire piano piano, nei lunghi anni che passa accanto a Laura, dove all’inizio sembrava dovesse rimanere solo il tempo dei 365 giorni sabbatici che si era preso per stare con lei.

Sullo sfondo delle loro vite gli eventi storici, ricostruiti con attenzione filologica dall’autrice, accompagnati da pagine di autentica erudizione, come il dibattito tra Guido e la bella paleografa belga Ingrid van den Ostweeld, altro elemento chiave della vicenda insieme all’idealista Goffredo Guarnieri, sull’attribuzione di un’antica pergamena.
In mezzo un affresco, a tratti corale, tra personaggi ed eventi, avvincente e coinvolgente, che tiene il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima riga, memore di quella premessa, di quella giovane donna che il 30 marzo del 1994 accende il computer e si appresta a scrivere l’incipit di una storia, «una vicenda intessuta dei giorni di un uomo che aveva attraversato quasi un secolo e dell’amore che quest’uomo aveva dato e ricevuto».

Guido e Laura, del resto, superano quasi indenni un quarto di secolo insieme, tra alterne vicende personali che li tengono uniti e contemporaneamente li allontanano, a volte per la differenza di età e di interessi, altre per l’improvvisa incapacità di comunicare, altre ancora per vicende indipendenti dalla loro volontà, alternando momenti di grande gioia e intimità come la nascita di Fabrizio, a momenti in cui il loro rapporto si tende fino alla rottura.

 

Così, il libro viaggia su un doppio binario: da una parte le vicende storiche, parte integrante e determinante del romanzo, note e tuttavia arricchite del tocco “individuale” di ogni singolo personaggio del libro, anche quelli di contorno, che fa assumere loro un nuovo significato, come se il lettore le guardasse attraverso gli occhi dei protagonisti. Dall’altra, le vicende umane che l’autrice ha intrecciato con sapiente maestria e nelle quali ognuno di noi può ritrovare un piccolo frammento della propria vita.

 

(Lina Senserini, docente e giornalista)

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