I racconti dell’Inquilino: 13 storie horror
(Nella foto di copertina l’indimenticabile sequenza realizzata da Salvador Dalì per “Io ti salverò” di Alfred Hitchcock)
Chi è Andrea Frattali
Nato a Roma nel 1987, Frattali è un artista versatile ed eclettico. Tantissime sono le arti che pratica fin dall’adolescenza. Da quelle performative, alla musica, alla chitarra acustica ed elettrica. Suona con i “Brush”, fonda con Marco Olita i “Fish and Chips”, duo acustico di musica nera e country, con il quale si esibisce fino al 2014, fa il cabarettista al “Radio Wonz Live Club” di Roma, entra nei “Giallitineranti”, compagnia teatrale romana specializzata in spettacoli interattivi a tema poliziesco.
Ma non è finita qui: si esibisce anche come cantautore, prova l’esperienza del musicista di strada, comincia a studiare l’armonica cromatica da autodidatta e trova il tempo per frequentare un corso di improvvisazione teatrale nella scuola “Assetto Teatro” di Roma.
Scrive articoli su “L’Almanacco de La SITI® (Scuola e Produzione Internazionale di Teatro all’Improvviso)” e post su “Radio Sabotag”. Prende parte alla stesura del copione di “Queen Hamlet”, spettacolo teatrale liberamente ispirato a “The Tragedy of Hamlet, Prince of Denmark” di William Shakespeare.
Insomma, scrive di tutto, ovunque ossa esprimere le sue idee. Narrativa, copioni, sceneggiature, articoli, recensioni, post.
“I Racconti dell’Inquilino” (Letteratura Alternativa, 2017) è il suo esordio letterario.
Di cosa parla I racconti dell’inquilino
Una raccolta di tredici racconti divisa in due parti: Strani racconti e Le cronache di Brasov.
L’isola maledetta, Sepolto vivo!, Storia di nessuno, Linea 66, La sala oscura e Diario di una casalinga stressata, alcuni dei titoli.
Vicende inquietanti ed oniriche che si muovono nello spazio e nel tempo, apparentemente lontane le une dalle altre, in realtà tutte accumunate dal loro lato oscuro: “L’inquilino” che le abita, appunto.
Cosa ne penso
Attraverso queste tredici storie, l’autore racconta l’incontro di altrettanti personaggi con l’orrore, il mistero, la morte.
E cosa può far più paura della morte, se poi a questa si aggiunge l’orrore che a porre fine alla vita possa essere qualcosa di non “naturale” come un criminale, forze oscure o addirittura un tarlo insito in noi stessi?
In un mix di realtà, soprannaturale, surreale e situazioni oltre il razionale, l’autore confeziona vicende che destabilizzano il lettore, disturbando la sua sensibilità per le atmosfere inquietanti e le paure ancestrali che evocano. Non solo paura della morte, ma anche del buio, dell’inesplorato e dell’isolamento (L’isola maledetta), dell’angoscia suscitata dalla violenza e dal dolore (La sala oscura) o dell’essere preda di animali ripugnanti. E tutto ciò che sarebbe già sufficiente di per sé, viene amplificato dal fatto che spesso le verità più terrificanti sono nascoste dentro di noi, come nel racconto Diario di una casalinga stressata.
Insomma, non c’è affatto bisogno di immaginare chissà quali mostri… essi sono già tra noi, si cibano della nostra anima, guastano il nostro cuore e sbucano dai nostri pensieri. Siamo noi stessi…
Frattali fa leva sull’oscurità insita nell’animo umano e sulle più comuni ossessioni e fobie della psiche umana per provocare sensazioni di disagio intimo che portano a vivere con estrema agitazione tutte le vicende proposte e nello stesso tempo incatenano alla lettura, esercitando una vera tirannia.
Le situazioni e i rapporti umani vengono spinti all’estremo, al limite del paradosso, in alcuni casi anche in modo grottesco, ma suscitando sempre fortissime sensazioni di attrazione/repulsione, tanto che alla fine il ritorno alla normalità è vissuto come una sorta di liberazione, di effetto catartico. Le trame dei racconti sono avvincenti e non banali, il ritmo è incalzante e la scrittura snella e pulita. Nessun compiacimento o artifizio letterario a disturbare un’atmosfera sempre in collegamento diretto con i simboli dell’inconscio.
In conclusione, Andrea Frattali ha fatto centro al primo colpo con una buona raccolta di racconti horror. La consiglio agli appassionati del genere, ma anche ai neofiti che, tra le pieghe di una narrativa a volte un po’ snobbata, potranno trovare spunti interessanti.