Il ponte oscuro dell’anima, un horror firmato Marcello Aldo Iori
(In copertina Foto temática por Pixabay)
Chi è Marcello Aldo Iori
L’autore vive e lavora a Bournemouth (ENG) presso Boscanova Cafè. “Se passate di qui chiedete pure di me, sarò più che felice di fare due chiacchiere e offrirvi una specialità del nostro Cafè.” Dice ai nostri lettori molto carinamente.
Per anni, in Italia, si è occupato di cucina naturale, in particolare macrobiotica, vegana e vegetariana. “Sono vegano da sei anni, “ ammette “ e ancora vivo!”
Nel 2005 ha pubblicato il romanzo intitolato 5 e nel 2009 il racconto La Luna Bruciata apparso su La Repubblica per la sezione Racconti d’Estate.
Quest’anno è uscito Il Ponte Oscuro dell’Anima (Il Seme Bianco) ed è in produzione la prima parte della saga fantasy Terre Deus Dominus. Uno Yogi, l’Apprendista e il suo Falco (Lettere Animate).
Per i più curiosi ecco il suo blog letterario.
Di cosa parla Il Ponte Oscuro dell’Anima
Si è da poco conclusa la seconda guerra mondiale che ha devastato uomini e Paesi e i fratelli Simons e Ronnie Cavendish decidono di raggiungere la Norvegia per occuparsi di un bene di famiglia: il castello di Val.
«C’è un bosco. Sulla parte ovest di Knivskjellodden c’è una fitta vegetazione che si allunga sul mare e, infine, giunge a uno spiazzo su cui hanno costruito un castello, o almeno così si dice».
Ubicata nell’Isola di Magerøya, la costruzione è a rischio demolizione, perché il governo norvegese vuole farla scomparire a causa delle storie terribili che sono circolate a suo riguardo, specialmente durante gli anni della guerra.
«Prima gli anziani non facevano caso alle storie su quel posto. I loro padri e i loro nonni sapevano che era un luogo particolare», sorride a quell’ultima parola, come se ci fosse in essa qualcosa di ironico. «Ma durante queste guerre… durante le due guerre tutti gli abitanti dell’isola si sono accorti che quel posto era sinistro».
I due fratelli non sono certamente degli sprovveduti. Hanno fatto la guerra: Ronnie combattendo in Normandia e Simons come giornalista per il Post, ma di fronte al mistero di un castello che a volte sembra addirittura non esistere anche loro cominciano a vacillare. C’è qualcosa di sinistro lì dentro che va assolutamente fermato. Simons è completamente all’oscuro di ciò che lo aspetta e quando Ronnie comincia a raccontargli quello che sa, inizia anche a pensare che il fratello sia uscito di senno.
Presto si accorge però che non è affatto così e che se non riusciranno nel castello a richiudere un pertugio dove una forza infernale fa ritorno per riposare, non ci sarà salvezza. L’unica speranza è infatti quella di lasciarla fuori dalle mura entro il solstizio d’estate. In questo modo, non potendo dormire, questa entità lentamente morirà.
Riuscire nell’impresa non è facile, anche perché molte sono le forze oscure che ostacolano i fratelli, oltre alla temibile dea degli inferi Hel, portatrice di sventure e malattie.
Cosa ne penso
La definizione dei generi letterari è diventata ormai molto più fluida di un tempo. In alcuni casi poi non è facilissimo, e forse nemmeno importante, catalogare un romanzo. Il Ponte Oscuro dell’Anima, ad esempio, è sicuramente un horror, ma con contaminazioni paranormali/gotiche.
Gli elementi tipici dell’horror ci sono tutti: paura per la morte e per le incognite che si celano nel mistero dell’esistenza, per i luoghi inesplorati e bui (in questo caso il castello) e per la presenza di elementi soprannaturali e inspiegabili.
Non mancano però anche la paura per l’ignoto, da intendersi come inspiegabile o paranormale, e quella connessa al mondo dell’occulto.
I temi ricorrenti della morte, della possessione demoniaca e del male che minano le menti dei protagonisti, insieme alle ambientazioni fantastiche (castello) e sovrannaturali (demoni e creature mostruose) accompagnate dalle angosce legate all’idea del dolore della mente e dell’anima, la cui serenità viene messa in pericolo dalle misteriose e profonde forze malefiche della natura, ci riportano invece al gotico.
La storia si snoda qualche anno dopo la fine della seconda guerra mondiale e, fin dalle prime battute, gioca nell’alimentare le paure ancestrali insite nell’essere umano con eventi soprannaturali e apparizioni inspiegabili.
Capace di ammaliare, questa vicenda trascina immediatamente il lettore nell’insondabile, nella follia, nella malvagità, regalando brividi di pura inquietudine che vanno al di là della finzione letteraria. Nell’ombra si muove qualcosa di sbagliato e questo presentimento strisciante pervade tutto il romanzo, generando angoscia.
Anche la scrittura, fluida e intonata con il genere, gioca un ruolo importante coinvolgendo nella storia senza necessità di termini forti o splatter.
L’alternanza fra i capitoli scritti in prima e in terza persona sono ben orchestrati e i salti tra passato e presente non disturbano troppo la lettura.
Un romanzo non banale, che sviluppa la trama da un punto di vista interessante. Uno dei personaggi centrali è Padre Michel che, parlando con Simons, getta le basi di quello che sarà il perno di tutta la vicenda: «L’unica cosa che conta nella vita di un uomo, è trovare la propria indipendenza. Se uno è costretto a dipendere, sarà costretto ad accettare verità non sue. Renditi indipendente, Semmi. Ma per renderti indipendente devi capire»… «Il castello nella tua mente. Sei tu il suo padrone o ne sei schiavo?» … «Scegli di guardare le cose da un altro punto di vista».
Concetti non facili da comprendere, ma che andando avanti nella lettura vengono chiariti dall’evolversi dei fatti. Per affrontare il destino è necessario vedere le cose da un’altra prospettiva, modificare la posizione mentale con la quale si osserva gli eventi, soprattutto, come in questa storia, quando c’è di mezzo la sopravvivenza.
In conclusione, un buon libro che, grazie a un plot intelligente e a uno stile in grado di trasmettere brividi e inquietudini, si insinua fin dentro la nostra anima.
Da leggere preferibilmente di giorno!