La maledizione di Bes, esordio di Luigi De Rosa
Chi è Luigi De Rosa
Studente universitario di storia, è nato a Firenze nel 1995. Appassionato di scrittura, ha iniziato la stesura di questo romanzo ai tempi del liceo e nel giro di tre anni lo ha completato.
Grande amante della lettura, ha “divorato”centinaia di libri di tutti i generi, anche se la Storia, i racconti folcloristici e delle grandi mitologie, rimangono in vetta alle sue preferenze.
Di cosa parla La maledizione di Bes
“La Maledizione che affliggeva la casata degli Avior risaliva ai tempi della nascita delle due razze dominanti nel mondo di Soluna. Narra della nascita di due fratelli: Thoror e Bes. Il primo era alto, bruno, robusto e affascinante. Il secondo invece era piccolo, goffo, e soprattutto, Nano. Il primo si ritirò nelle Grandi Pianure dell’Est e fu il capostipite della razza umana. Il secondo invece si ritirò sotto il Monte Bianco e fu il capostipite dei Nani.”
All’inizio tutto andò bene, ma con il tempo i due fratelli iniziarono a combattersi ed iniziò una vera e propria guerra. Fu così che Bes, costretto dal comportamento crudele del fratello, lanciò la sua maledizione: la dinastia di Thoror si sarebbe estinta per la nascita di un figlio Nano.
E il figlio Nano, Elnath, nascerà e sarà il protagonista della storia. Odiato dal padre, il potente re Aldebaran V, che a conoscenza della Maledizione farà di tutto per eliminarlo, lotterà fin dalla nascita per sopravvivere. Isolato ed escluso, ma mai domo, Elnath troverà l’unico conforto nell’amore per il fratello minore Elcyon fino a quando…
Cosa ne penso
Primo capitolo d’una trilogia, La maledizione di Bes si preannuncia da subito una lettura particolare.
Tanto per cominciare interessante che l’autore si sia ispirato per il suo protagonista a Bes, il paffuto nano deforme che nell’antico Egitto rappresentava lo spirito protettore contro le forze del male e non ai soliti nani/folletti della mitologia nordica.
Un essere quindi unico nel suo genere, come tutte le divinità egizie.
Per quanto riguarda l’impianto narrativo, sicuramente rispetta le regole del fantasy medioevale. Mito, immaginazione ed elementi fantastici si intrecciano con un mondo medievaleggiante dove i protagonisti sono cavalieri/eroi, re, regine e in questo caso anche creature soprannaturali quale i nani.
A questo però, Luigi De Rosa ha aggiunto qualcosa di diverso: Elnath, e non certo per il fatto che sia un nano, ma per come ha trattato il suo handicap nella storia. “Diversamente abile” si chiamerebbe oggi, solamente un “nano” ai tempi.
Il modo in cui ha approfondito la personalità di questo essere rifiutato dalla società, e dal padre stesso, facendo emergere tutta la sua solitudine ed emarginazione, è uno degli elementi di maggior pregio e novità per un romanzo di questo genere.
Un fantasy che trasporta il lettore nell’atmosfera del mito e dell’epica medioevale, ma che si rivela attuale perché le pulsioni e i sentimenti umani, quali essi che siano, vanno al di là di qualsiasi tempo.
Con una scrittura incisiva che si legge con estrema facilità, senza cedimenti, il lettore è portato ad andare velocemente avanti nella lettura che appassiona e coinvolge.
Un esordio senza dubbio positivo, un romanzo che consiglio, e non soltanto agli appassionati del genere.