“La stanza buia” il nuovo romanzo noir di Daisy Raisi
Chi è Daisy Raisi
Ha cominciato a scrivere all’età di otto anni. Poesie, piccoli racconti, storie di vario genere. Adorava fantasticare, creare, e, sotto questo profilo, non è mai cambiata. Ha al suo attivo studi umanistici e collaborazioni con giornali, agenzie di informazione, associazioni di categoria e canali web..
Con il passare degli anni, la passione per la scrittura l’ha portata, oltre che a partecipare con soddisfazione a concorsi nazionali di poesia, a dedicarsi alla stesura di un nutrito numero di libri e racconti.
Strada facendo, ha pubblicato due romanzi brevi, in formato digitale, con Rizzoli Editore, ma soprattutto si è occupata dei libri altrui, revisionandoli, recensendoli, realizzando interviste, prefazioni, postfazioni, sinossi e quarte di copertina, promuovendoli e dispensando consigli editoriali
La stanza buia rappresenta l’esordio dell’autrice sul fronte del noir.
Di cosa parla La stanza buia
Protagonista della storia è Lisa, una ragazza ventisettenne affetta da mal di testa e incubi ricorrenti, che, nel tentativo di risolvere i suoi disturbi, si rivolge a un’ipnoterapeuta. Nel corso delle sedute di ipnosi, emerge un segreto che la ragazza ha sepolto da decenni in una stanza buia della sua memoria.
Di lì a breve, lo stesso segreto balzerà prepotentemente all’attenzione di altre persone, in seguito a una concatenazione di eventi che scivolerà verso il delitto. Le indagini verranno condotte dalla squadra dell’ispettore della cittadina di Windsor, nella Contea di Berkshire, dove sono ambientate per la maggior parte le vicende, alla fine degli anni Novanta.
La trama prende le mosse dal tema degli abusi infantili perpetrati fra le pareti domestiche e dai conseguenti traumi che possono condizionare una vita intera, se non si hanno il coraggio e gli strumenti per affrontarli e la forza di perdonare.
In primo piano le dinamiche familiari, l’eterna lotta fra il bene e il male e l’uso deteriore dei mass media nella tv del dolore.
Recensione, a cura di Daniele Merola
Questa è la storia di un ritorno al proprio passato, un doloroso avanti indietro nel passato e nel presente della protagonista Lisa. Un noir psicologico avvincente e dinamico che non conosce pause. È la storia di una famiglia sui generis, che resta famiglia nonostante gli accadimenti che la travolgono.
Lisa Barberini è una giovane donna che ha traumi infantili, che si porta dietro anche in età adulta e che pensa di risolvere con l’ipnosi. Sarà un primo passo che poi la porterà a scavare nei segreti di sua madre Angela Monti e in quelli del suo amore di una vita e padre di suo fratello Nicola, Brian Rinaldi.
La stanza buia è il luogo del dolore per la protagonista Lisa, è il luogo che sembra possederla e che le procura
terribili emicranie, è il luogo del terrore che annichilisce i suoi occhi verdi, è il luogo dei traumi dell’infanzia. E sarà il luogo con cui la giovane dovrà fare i conti, perché non si potrà sempre sfuggire al proprio passato.
Un noir spettacolare, fuori dai classici canoni, con uno stile che non ti aspetti e una scrittura minuziosa che non teme di cadere in cose ovvie, spaziando e ondeggiando tra varie situazioni psicologiche, indagini e pathos.
La narrazione è vibrante e lascia il lettore fino alle ultime pagine convinto di un qualcosa che si rivela non esatto, spiazzando con una soluzione non convenzionale. Le dinamiche della famiglia sono al centro di questo bellissimo noir psicologico, perché all’interno dei meccanismi delicatissimi di un gruppo familiare si possono nascondere grandi incomprensioni e sofferenze. Se si riesce ad andare oltre i fantasmi del passato, non si può che trovare la serenità.