Maremma voce dell’anima, il linguaggio della nostra terra
Maremma voce dell’anima – Il linguaggio della nostra terra (Innocenti Editore)
di Rossano e Edoardo Marzocchi
Chi sono gli autori
Edoardo Marzocchi
E’ nato a Grosseto ma vive a Firenze. Laureato in discipline giuriche ed economiche, ha pubblicato i romanzi Fuori corso e Dove tutto finisce, quest’ultimo vincitore del Fiorino d’argento a Firenze. Insieme al padre Rossano, ha già scritto il saggio Vite nel vento-Storie di persone che hanno segnato l’ultimo secolo in Maremma, acquisito anche dalle biblioteche statunitensi delle università di Princeton, Harward e Yale nonchè dalla Library of Congress e The New York Public Library.
E’ anche autori di racconti riguardanti anche tematiche sociali, come Una domanda soltanto, inserita nell’antologia sul femminicidio Succo di melograno, edita nel 2017 dalla Regione Toscana.
Rossano Marzocchi
E’nato e vive a Grosseto. Giornalista pubblicista, già direttore di banca, è studioso di storia locale, tematica che da molti anni tratta su quotidiani e periodici legati al territorio. Dal 2011, in particolare, ogni domenica racconta sul quotidiano La Nazione di Grosseto, storie di uomini e donne che hanno segnato la Maremma e, ad oggi, ha ripercorso le vite di oltre trecento personaggi.
Di cosa parla e che cosa ne penso
La Maremma, ancora in bilico tra passato e presente, fiaba di cavalli, di mare, di reperti archeologici e di chissà che altro, non cessa di affascinare, tanto che noi maremmani non ci stanchiamo mai di parlare di lei. In questo angolo di terra sospeso tra gli ulivi e il mare, c’è qualcosa di ammaliante che, in certe giornate, pare portato da un leggero vento di mare…
Maremma, da marismas, marais, marshes, marecages. La radice del nome è sempre la stessa: mare. Un mare che per duemila anni ha visto come propria dirimpettaia una terra dove l’anofele della malaria era sovrana e dove, fino a metà dell’ottocento, gli uomini avevano un’aspettativa di vita non superiore a vent’anni.
Una natura ostile, ma che ha potuto conservarsi incontaminata fino ai nostri giorni, tanto da costringere le sue genti a non abbandonarla e a incantare personaggi più o meno famosi che si sono trovati ad attraversarla. Così i luoghi che da Follonica arrivano fino al confine con il Lazio da inferno sono diventati paradiso, ricchi di scorci e panorami capaci di far sognare anche i meno romantici.
La mano dell’uomo ha trasformato molti aspri declini in verdi e fertili terrazzamenti abitati da viti e ulivi ma, a parte quelli, ogni angolo sembra parlare ancora di incursioni piratesche, incontri segreti di contrabbandieri e antiche storie raccontate intorno ai focolari. Se ci addentriamo poi nel cuore di questa terra, allora possiamo scoprire le vestigia delle passate civiltà etrusche e romane e i tanti borghi che con le loro strette viuzze, vicoli e palazzi di origine medioevale, mostrano con orgoglio le cicatrici lasciate dal vento e dal tempo.
Una volta, durante un’intervista, chiesi ad Alex Zanardi, noto pilota di Formula Uno, perché avesse scelto proprio la Maremma come sua seconda casa. “Il fatto è che quando sono qui,” disse “mi sembra quasi che gli orologi si fermino. Il tempo perde la sua connotazione fisica trasformandosi soltanto in una necessità dello spirito consentendomi di riordinare le idee. Mi piace vivere in Maremma perché non è facilmente accessibile, anche dal punto di vista stradale, e per questo ancora protetta dagli attacchi di stupidità dell’uomo. Amo quei ritmi più lenti che mi permettono di fare quattro chiacchiere al bar parlando della Ferrari, ma anche del mare o del tempo.”
Dignitosi, schietti, a volte rudi, i maremmani non rinnegano ciò che sono stati. Con fierezza, continuano a dare valore alle proprie tradizioni, pur proiettandosi verso il futuro. Ci vuole un pochino di tempo per entrare nei loro cuori, ma quando ci si riesce è per sempre.
Grazie a un lavoro certosino e a una non facile indagine etimologica, Rossano e Edoardo Marzocchi sono andati alla ricerca di tutte le parole, le allegorie, i modi idiomatici che riflettono questo territorio, il carattere e le tradizioni di questa comunità. Espressioni che nascono dal duro lavoro, dal rapporto d’amore/odio con questa terra difficile e incantevole, da una filosofia di vita che esalta la macchietta come viatico a una misera esistenza.
Ecco che allora la parola si lega alla vita, alla cultura del luogo che la plasma con arguzia e creatività popolare, staccandola a volte dal suo significato iniziale per piegarla alla propria immaginazione.
Il pettegolezzo spicciolo, la critica a volte becera verso un potere che non aiuta, mostra un gruppo sociale vivace e orgoglioso dei propri valori, che sa resistere agli stenti con caparbietà, a volte rassegnazione.
C’è un senso nascosto di religiosità anche nello spirito irriguardoso che riporta alla classica toscanità dalla quale il maremmano prende in prestito proverbi e modi di dire ricchi di sentenze e ostentazioni supponenti del sapere, ma allo stesso tempo regala squarci di umanità e pezzi della propria storia.
Racchiusi in semplici vocaboli gli autori ci restituiscono tutta la ricchezza di una lingua che nel tempo è cresciuta e si è adeguata ad un territorio e alla cultura materiale legata ad esso.
Probabilmente alcune espressioni hanno ormai poco senso per i giovani di oggi, in quanto smarrite le idee che rappresentavano. Ma è proprio questo divario temporale che ci permette di capire quanto di quel patrimonio storico e culturale sia rimasto nel nostro DNA, nei nostri gesti e vita quotidiana.
Perché il calore e il significato pregnante di queste espressioni, schegge delle nostre radici, non può e non deve andare perduto.