Roberto Riccardi e…Venga pure la fine
di Dianora Tinti
Venga pure la fine (edizioni e/o, anno 2013, pagg. 224, Euro 16,50)
Non conosco personalmente Roberto Riccardi, uno dei più noti scrittori italiani di gialli e noir, ma ho recentemente assistito alla presentazione del suo ultimo romanzo e ne sono rimasta piacevolmente colpita.
Sono andata per vari motivi, ma principalmente perchè le storie di mafia e malaffare mi hanno sempre intrigato e perchè avevo letto un suo romanzo d’esordio Sono stato un numero. Alberto Sed racconta (Ed. Giuntina) e mi era piaciuto. E’ davvero molto difficile infatti far parlare gli ultimi sopravvissuti ad Auschwitz e agli altri campi di come la loro vita sia stata devastata e sconvolta dalla furia nazista e avevo apprezzato il modo con il quale Roberto Riccardi ci era riuscito.
Roberto Riccardi, classe 1966, è nato a Bari e vive a Roma e, oltre ad essere colonnello dell’Arma e giornalista è anche direttore della rivista Il Carabiniere.
Lo scrittore che ha recentemente vinto il prestigioso Premio Azzeccagarbugli – Miglior libro poliziesco dell’anno – con il suo precedente romanzo, Undercover, torna prepotentemente in libreria con “Venga Pure la fine”, edizioni e/o.
DI COSA PARLA
Il protagonista è ancora il carabiniere Rocco Liguori, stavolta alle prese con un’indagine internazionale, tesa a scoprire i possibili attentatori di un ex criminale della guerra in Bosnia, il colonnello Dragojevic, che lui stesso ha catturato sette anni prima, e che è stato poi condannato per la strage di Srebrenica.
Dragojevic è in coma per aver ingerito una dose massiccia di farmaci e il tenente Liguori viene richiamato all’Aia dal Tribunale Internazionale per indagare sul fatto.
Chi è Liguori? Un super poliziotto, un detective delle Nazioni Unite, ma soprattutto un uomo dalla grande ragionevolezza, mosso da una tensione che potremmo dire filosofica, nei confronti della vita e della propria missione.
Nonostante sia un uomo d’azione, è un poliziotto dal grilletto tutt’altro che facile, nella cui mente si agitano grandi passioni e un solo immenso obiettivo: il rispetto della legge, a qualsiasi prezzo.
COSA NE PENSO
Con uno stile asciutto e mai banale, lontano dagli stereotipi di un certo poliziesco che fa del machismo ad effetto la propria bandiera.
Venga Pure la fine si gioca sicuramente sull’adrenalina di un’azione che non si ferma mai, ma che non indulge a trattenere il lettore (tanto da riuscire in modo estremamente convincente a raccontare una delle scene clou del libro in due pagine) riuscendo però a intrappolarlo ancor di più nella rete di una psicologia dei personaggi tagliente e mai uguale a se stessa.
Ed ecco che il cacciatore di criminali diventa sorprendentemente il confessore del boia che lo inorridiva; che l’amore si perde e si ritrova per poi sfuggire ancora senza un perché.
Come nella vita di ognuno di noi, a volte il male si fa la tana dove non potremmo mai credere, così vicino da non poterlo vedere.
Roberto Riccardi cerca l’umano nel disumano e lo trova. Un libro sicuramente da leggere.
E veramente il sottotitolo del precedente romanzo pare essere il filo conduttore anche di questo suo nuovo: Niente è come sembra. Dovremo perciò decidere con Liguori quale sia il costo della perfetta adesione ai principi della vera giustizia, quella che non possiamo farci da soli ma solo seguendo una regola che valga per tutti.
Amicizia, amore, rispetto, carriera: ogni cosa deve essere lasciata alle spalle. Per arrivare a concludere con lui che si deve essere disposti a cedere tutto, per un’idea.
Poi, venga pure la fine.