Serraglio Italia, la nuova raccolta di racconti di Bugliani
Chi è Roberto Bugliani
L’autore nasce e risiede a La Spezia. Il richiamo per le terre latinoamericane lo porta a viaggiare spesso da quelle parti (in solitaria o assieme a gruppi ristrettissimi d’amici fidati. Credo, – ci dice– che non esista esperienza più orribile di quella di mettersi in viaggio con le persone sbagliate).
Ha insegnato perlopiù nelle scuole medie inferiori lingua e letteratura francese, e ha affrontato la vita e il lavoro con l’ingenuo entusiasmo di chi non immagina di poterne ricavare anche batoste e sconfitte.
Letterariamente nasce come poeta e pubblica tre raccolte. Ma la poesia, si sa, in campo editoriale è la cenerentola della letteratura, pertanto per anni scrive di critica letteraria, collaborando con varie riviste. Di alcune è stato anche redattore sfornando saggi “pallosissimi” (sono parole sue e ci chiede di perdonargli il francesismo) soprattutto d’italianistica.
Chiusa la parentesi di critica letteraria, si dedica a tempo pieno alla scrittura: “creativa” – dice lui – ammesso e non concesso che esista la creazione, in ambito letterario, naturalmente.
Ecco quindi che arrivano due raccolte di racconti: Zucchero e altri veleni e Serraglio Italia, edita da Santelli. Una terza raccolta Un’occhiata fuori, è in corso di stampa per i tipi di Apollo edizioni.
Testimonianza della sua passione per le terre latino americane sono invece i romanzi e i saggi da lui tradotti, in primis quelli di autori ecuadoregni (Alicia Yánez Cossío: La città addormentata; Augustín Gallegos Lara: Le croci sull’acqua; René Báez: Messico zapatista) cui segue a ruota il messicano Carlos Montemayor col suo La danza del serpente. Un posto speciale nel suo cuore (d’uomo più che di traduttore) occupa il libro Subcomandante Marcos, Dal Chiapas al mondo (Erre emme, 1998), che è una raccolta di lettere e documenti scritti dal Sub Marcos per conto dell’Ezln, il movimento indigeno che dopo l’insurrezione del 1994 nello stato messicano del Chiapas ha dato agli ultimi della terra nuova voce con cui parlare e nuove gambe su cui camminare.
Di cosa parla Serraglio Italia
La raccolta comprende venti storie che rappresentano altrettanti personaggi e situazioni in cui coesistano aspetti comici, dolorosi e drammatici.
Ce n’è per tutti i gusti: da Nevio il cassintegrato a una nota coppia di politici, soprannominati la Volpe e il Gatto, ritratti nelle loro peripezie dalla fine degli anni sessanta.
Non manca nemmeno la storia del migrante illuso, l’Attore, un clandestino sbarcato a soli ventidue anni sulla costa atlantica meridionale degli Stati Uniti che per fornire una stranissima interpretazione e il miraggio di un sacco di soldi, vive per più di tre anni da sepolto vivo.
Oronzo De Silbio, una vita di ristrettezze e privazioni, che insegue il sogno di arricchirsi con il gioco e il greco Zorba che ha rubato l’identità di un altro per fuggire lontano e dimenticare la tristezza dei denti guasti dei bambini e i visi induriti dalle difficoltà della gente del suo paese.
Cosa ne penso
I personaggi di queste storie sono accumunati principalmente dal tempo (quello attuale) e il luogo geografico (l’Italia) in cui
vivono, ma condividono anche un’altra cosa, non meno importante, e cioè quella di essere figure normali, spesso marginali, a volte addirittura insignificanti.
L’autore, attirato dalla caratterizzazione minimalista, li costruisce attraverso gesti quotidiani e piccoli fatti, lasciando al contesto, più che alle parole, il ruolo di definirli.
Ecco allora che è il lettore si muove libero all’interno della vicenda, sceglie indirizzo e morale, decide da che parte stare, piuttosto che seguire le direzioni proposte dall’autore.
Anche dal punto di vista della scrittura, Bugliani usa uno stile asciutto e diretto, realistico, evita avverbi e tutto ciò che è superfluo, dedicandosi all’essenziale.
E’ in queste pagine pregne di vita, con la sua quotidianità e le sue grandezze, le sue meschinità e i suoi eroismi, che si si riflette l’esperienza esistenziale dell’autore che trova, proprio nella forma del racconto, una perfetta dimensione narrativa.
In Serraglio Italia tutti i racconti danno un’idea di cosa sia e dove porti la nostra società, permeata ormai dalla violenza e dalle menzogne che l’uomo è intrinsecamente portato a riesporre.
Nonostante ciò, aleggia in ogni pagina la coraggiosa ricerca di un senso di autenticità essenziale che si traduce nel ritrovare il proprio sé, lontano dal modo di apparire, superficiale e impersonale, che purtroppo siamo abituati a mettere in scena quotidianamente per necessità o scelta.
I racconti di Serraglio Italia sono squarci di vita che appartengono a tutti, legati da un sottile fil rouge che, alla fine, dissolve qualsiasi falsità riportando all’essenza delle persone, cose e fatti.
Una raccolta che consiglio, ben scritta e impostata, una lettura piacevole dove non mancano spunti di riflessione su questa società a volte fittizia e ingannevole.