Settembre, esordio narrativo di Gianluca Morvillo
Chi è Gianluca Morvillo
Gianluca Morvillo insegna Italiano e Latino all’istituto superiore Axel Munthe dell’isola di Capri. E’ nato a Sorrento e vive a Massa Lubrense, in Penisola Sorrentina.
Nonostante Settembre sia il suo esordio in narrativa, ha alle spalle numerose pubblicazioni ed è autore di diversi contributi inseriti all’interno di collane storiche o saggi. Fra gli altri, con Nicola Longobardi Editore ha pubblicato nel 2001 Politica e amministrazione a Sorrento in età liberale 1861 -1915 e con il contributo degli alunni dell’Axel Munthe, una ricerca sul Cibo ne “I promessi sposi”, pubblicata nel volume A tavola nel tempo di Elvira Godono (Aracne editrice 2017).
Di cosa parla Settembre
Sullo sfondo di un’incantevole isola del Mediterraneo non ben identificata, almeno all’inizio, Marco e Sibilla si incontrano casualmente. Lui è lì per partecipare ad un convegno sul mare mentre la donna, accompagnata dal collega Roberto, è responsabile di una campagna archeologica.
La simpatia è immediata e istintiva, ma il rapporto non decolla. Nonostante l’esperienza dovuta all’età non più giovanissima e il fatto che nessuno dei due sia impegnato sentimentalmente, i due non riescono infatti a trovare il coraggio di abbandonarsi a questo sentimento. Troppa la paura di sbagliare, di mettere a repentaglio vite forse un po’ solitarie, ma certamente non avare di soddisfazioni professionali.
Arricchito dall’inserimento di episodi del passato dei protagonisti, collegati intimamente con la vicenda, il romanzo si snoda tra passato e presente, tra ciò che è stato e ciò che, forse, può ancora essere.
Cosa ne penso
Marco scuro, di pelle e colori d’abito, un tetragono dallo sguardo profondo; Sibilla leggiadra, chiara, variopinta negli abiti, dagli occhi sfuggenti e vivaci.
Ecco qua i protagonisti della storia, così come all’inizio li descrive l’autore. Niente di più diverso, pare. Eppure queste due persone hanno tanto in comune. A cominciare dal timore di mettersi a nudo, passando per l’insoddisfazione affettiva e il senso di esitazione, indecisione e insicurezza che a tratti sembra sfociare in caparbietà e ostinazione immotivate. Per finire, poi, con il profondo bisogno d’amore e la stessa accorata ricerca di felicità.
A un certo punto però il lettore non può fare a meno di chiedersi quali siano gli ostacoli al rapporto. Soltanto andando avanti, e grazie ai numerosi flashback, è possbile farsi un’iea dei motivi.
La storia è pervasa da un’atmosfera decadente e dal disagio esistenziale di Marco e Sibilla. Nemmeno fingere che il passato non abbia lasciato traccia, serve a nascondere il travaglio che vivono nell’affrontare i propri malesseri.
Con una scrittura corretta, essenziale e struggente, l’autore trasmette verità e sensazioni delicate eppure forti. E’ una storia lenta, che con calma va letta e metabolizzata, e il flusso di eventi raccontati assomiglia più a un fiume che scorre piuttosto che a un mare in tempesta.
Nonostante alcune piccole ingenuità, i flashback potevano essere messi meglio in risalto per facilitare la lettura, il racconto risulta ben costruito e armonico, così come i personaggi che risultano credibili, profondi, dettagliati e vivi.
Molto bravo è stato poi l’autore nelle descrizioni dei luoghi e della natura che non fa semplicemente da cornice, ma diventa vera e propria protagonista. Leggendo è come se riuscissimo a vedere, toccare, odorare l’ambiente dove si svolge la vicenda e ciò la rende ancora più vera.
Un libro che fa riflettere, piacevolmente, consigliato agli amanti delle buone letture.