Simone Lari, chi fa da sè fa per tre…
Questa settimana ho fatto quattro chiacchiere con Simone Lari, scrittore toscano capace e determinato che ha fatto delle pubblicazioni self, cioè autopubblicate, il suo credo e dello scrivere il suo lavoro.
Se siete quindi interessati non soltanto alla letteratura, ma anche a questo tipo di pubblicazione non potete perdervi questa intervista.
Simone Lari fra l’altro ha all’attivo numerosi romanzi fantasy che hanno ottenuto buoni risultati di vendite e di critica, alcuni dei quali con piacere ho già letto.
L’autore ha una grande capacità di coinvolgere il lettore con storie accattivanti e plot ben articolati. Anche la scrittura è fluida e capace di trascinare il lettore fin da subito nella vicenda.
Che cosa significa per te essere scrittore?
Scrivere significa dare vita ai propri sogni, creare storie e personaggi in parte ispirati alla fantasia, e in parte basati su modelli reali. Ti da la possibilità di creare piccoli, grandi mondi, dove solitamente tu dirigi il gioco, ma in cui a volte sono i tuoi personaggi a prendere il controllo della storia.
Siamo curiosi di sapere come e’ nato il tuo primo romanzo?
Inizialmente quasi per gioco, poi è diventato un impegno per ricordare un amico, poi una vera e propria passione e, alla fine, ho preso la cosa molto sul serio, senza perdere mai di vista però il piacere di scrivere.
Ogni scrittore ha una sua ritualità nello scrivere, qual è la tua?
Telefonare prima di tutto alla mia editor e ritagliare uno spazio futuro tra i suoi impegni di lavoro.
Potresti descrivere il percorso della tua pubblicazione? Quali sono stati i momenti salienti e le complicazioni sulla strada?
Ho scelto la strada del selfpublishing e di Amazon ritenendola assolutamente preferibile al concludere contratti con piccole CE, per non parlare poi dell’EAP, una vera e propria piaga.
Pubblicare il primo romanzo è stato relativamente difficile, ma grazie al sostegno di alcuni colleghi self, sono riuscito a gestire quasi tutto da solo.
Per le pubblicazioni successive, ho potuto contare sulla collaborazione di ottime grafiche, editor competenti e pazienti, e beta reader fidate (parlo al femminile perché sono tutte donne). Grazie a loro, e al mio processo di maturazione stilistica, sono riuscito a proporre dei buoni romanzi.
Curiosità, aneddoti e leggende metropolitane legate ai tuoi libri e alla loro stesura?
Dicono che le idee migliori mi vengano nel cuore della notte o sotto la doccia, e che in tutte le mia saghe, prima o poi, compaiano una o più gatte con ruoli atipici…
Il complimento più bello che Simone Lari ha ricevuto dai lettori?
“Sei il mio schiavo! Sbrigati a scrivere il terzo libro!” Non è proprio il più bello, ma è sicuramente di impatto.
Tre motivi per leggere i tuoi romanzi…
Ne bastano due: rendermi ricco e famoso
I tuoi romanzi, regali perfetti per…?
Per gli amanti del fantasy vintage, per chi ama farsi due risate, per chi apprezza il mondo dei vampiri che non brillano, ma non sanno nemmeno di stantio e per chi ama il mondo del paranormale (avendo scritto quattro diverse saghe, ognuna ha il suo perché…)
Parlaci della tua ultima fatica letteraria.
Il primo volume della saga urban fantasy “I Custodi della Lacrima”.
E’ uscito i primi di aprile. Potrei definirlo un paranormal romance sotto certi aspetti, ma potrebbe essere fuorviante. Ho cercato infatti di dosare azione, umorismo, romanticismo, sesso e una personale interpretazione del mondo dei vampiri, dei cacciatori e… di una terza fazione che non posso spoilerare, in modo che nessun fattore prevalesse.
Al momento invece ho appena concluso il terzo capitolo della saga di Kage Queen – Rivelazioni. Si tratta di una saga thriller paranormal che vede come protagonista Kage, un ex-killer su commissione, dotato di poteri paranormali, e la sua gatta nera, Lilù, anche lei piuttosto “dotata”. Il volume chiuderà alcuni cerchi, svelerà molti misteri, ma ne lascerà aperti altri, su cui si baserà poi la seconda trilogia della serie.
Come narratore, provi mai il desiderio di liberarti dai personaggi che crei?
Con me nessun personaggio, protagonista, comprimario o antagonista, è mai al sicuro. Ma le morti non devono essere mai vane, usate puramente per scioccare il lettore o per dare sfogo al proprio sadismo (perfido Martin, se mi senti, mi sto riferendo proprio a te!).
Che messaggio vuole lanciare Simone Lari?
Non siate prevenuti verso chi decide di auto pubblicarsi, e gli ebook non provocano allergie.
Da adolescente leggevi? E, se sì, cosa?
Da adolescente leggevo moltissimi fumetti, giapponesi specialmente, ogni serie possibile di libro game (che all’epoca andavano molto di moda) e i fantasy di autori “classici” come Tolkein.
Il libro e l’autore della tua vita?
Il Potere dei Millenari, di Mara Fontana. E’ il secondo volume di una saga epic/romance fantasy ispirata al mondo dei celti.
Il libro che hai sul comodino?
Sul comodino ho un Kindle con dentro tantissimi ebook stupendi.
E quello che avresti voluto scrivere?
A ognuno il suo, non sono invidioso dei successi altrui e non mi piace scopiazzare.
Un sogno…
Ne ho tanti, legati alla scrittura, mi piacerebbe ad esempio che gli italiani leggessero di più e, talvolta, scrivessero di meno.
Quali sono gli ingredienti per essere felici?
Credo che non ci siano ingredienti che vadano bene per tutti, ma leggere un buon libro può far bene all’umore di chiunque.
Cos’è per te l’amore? Sei innamorato?
L’amore è qualcosa che, se vero, non finisce col tempo e non viene da esso condizionato, qualcosa che può metterci a dura prova, farci passare momenti difficili e conflittuali, ma che non conosce ostacoli insormontabili.
Sì, sono molto innamorato.
Qual è per te il senso della vita?
Non mi sento abbastanza guru da pretendere di avere una simile risposta, ma forse è sufficiente cercare di essere felici per più tempo di quanto siamo tristi, assieme alle persone che amiamo e che ci amano.
Progetti futuri?
Continuerò a scrivere finché il mio status di disoccupato non cambierà, o finchè la scrittura non diventerà il mio vero e proprio lavoro.
Il consiglio di Simone Lari a chi vuole seguire le sue orme…
Tanta pazienza, quasi altrettanta umiltà e la consapevolezza che se non passa da un buon editor, un romanzo non va dato in pasto alla rete: farete del male a voi stessi e a tutto il mondo dei self. E leggete! Accidenti come fa uno scrittore a non leggere?