“Solo all’amore puoi dare un nome” di Francesco Giardina
Questa recensione è a cura della scrittrice Lella Sansone, che ringraziamo per la professionalità e puntualità con le quali legge e commenta le opere.
Chi è Francesco Giardina
Francesco Giardina è un giovane autore nato in Sicilia che sin dalla nascita vive a Serra San Bruno, località montana del vibonese in Calabria.
Con il romanzo Solo all’amore puoi dare un nome pubblicato dalla casa editrice Falco, esordisce nel panorama della letteratura italiana dimostrando di possedere un’ottima capacità narrativa e capacità di analisi introspettiva.
Francesco si autodefinisce un parrucchiere con la passione per la scrittura, passione coltivata sin da quando era bambino cresciuta nel corso degli anni e giunta a maturazione con la composizione del primo romanzo il cui personaggio principale, Elena, è una ragazza molto bella e attraente che ad un certo punto assiste allo sconvolgimento della sua vita. Sebbene la storia sia frutto della fantasia dell’autore, in tutto il romanzo sono percepibili i suoi pensieri, le sue emozioni, le sue azioni che animano tutto il racconto e lo rendono verosimile e accattivante.
Di cosa parla Solo all’amore puoi dare un nome
Ad una settimana dal matrimonio con Ettore, suo fidanzato da sette anni, Elena scopre che il futuro marito non solo la tradisce, ma anche che è invischiato in affari loschi. Ciò la induce ad assoldare una investigatrice privata per scoprire chi è veramente Ettore e cosa sta combinando.
Nella spasmodica ricerca della verità viene aiutata da Felix, un suo coetaneo e compagno di studi a cui è legata da una profonda e duratura amicizia. Sarà proprio Felix a sostenerla in quei giorni difficili e a farle conoscere Samanta, l’investigatrice privata che si occuperà del caso. Dopo aver rinunciato a sposare Ettore e scoperto i suoi intrallazzi, Elena decide di allontanarsi dall’Italia insieme a Felix per andare a Parigi, nella speranza di alleviare il suo dolore e la profonda sofferenza provata. È a Parigi che Elena scopre di amare Felix…
Cosa ne penso
I temi trattati in questo romanzo sono di grande attualità ed inducono il lettore a analizzarli con attenzione. Tre in particolare sono quelli che mi hanno incuriosita più degli altri: l’amore, l’amicizia e la diversità.
L’amore come ben si sa è la forza che fa muovere il mondo. Tutto ciò che viene creato può essere definito come un atto d’amore. E non soltanto questo sentimento va inteso in senso fisico, ma anche e soprattutto come la sublimazione di una condizione ancestrale e primordiale dell’anima che amando crea e risponde al bisogno di concretezza e di affermazione di ogni singolo individuo.
L’amicizia al pari dell’amore è un legame straordinario che ti unisce ad altri esseri in virtù di una affinità elettiva che ci aiuta a star bene e a crescere. L’amicizia, quella sincera, è davvero una risorsa per tutti coloro i quali hanno la fortuna di incontrarla.
E poi c’è la diversità che si manifesta in differenti modi. Sebbene oggi essa venga considerata come un valore aggiunto, di fatto molti uomini continuano ad aver paura della diversità anche se non in tutte le forme in cui essa si manifesta. La diversità di religione, razza, sesso, cultura, o semplicemente la diversità come disabilità, ancora destabilizza l’uomo che ha bisogno di certezze e che preferisce, di conseguenza, continuare a curarsi del proprio orticello senza affrontare le problematiche legate alla società in cui viviamo. Dove non ci sono diversità, amicizia e amore, dove non esiste la solidarietà tra gli esseri viventi, però, la società non cresce e piuttosto va incontro a periodi bui, come ci insegna la storia.
Il romanzo è ben articolato e si legge facilmente. L’autore riesce a descrivere con dovizia di particolari la condizione dei giovani ai giorni nostri che con sempre maggiore attenzione e facilità, rispetto agli adulti più maturi, affrontano e risolvono problemi anche complessi.