Tullio Mariani: un sonettista sensibile e raffinato
Deborah Coron (*) questa volta ci ha segnalato la raccolta di Tullio Mariani, In tarda stagione – Quarantacinque sonetti e un canto di viaggio. Con la consueta profondità e professionalità, la poetessa ci fa conoscere un nuovo, sensibile e raffinato, autore.
(*) Poetessa di formazione classica e laurea in architettura, Deborah Coron è nata ad Este, Padova. E’ fondatrice, Segretaria e Tesoriera del circolo IPLAC – Insieme per la Cultura. Dal 2006 al 2012 è stata Coordinatrice della Rete dei Musei della Provincia di Padova, è membro di giuria in diversi Premi Letterari, organizzatrice e presentatrice di eventi e formatrice/docente in Master universitari di I livello presso la facoltà di Scienze dell’Educazione a Padova.
In tarda stagione – Quarantacinque sonetti e un canto di viaggio, Helicon Ed. 2014
Prefazione di Rodolfo Vettorello
Se la poesia conforta ed è un aiuto per “non soccombere alla vita”, si tratta di un sostegno illusorio, perché Tullio Mariani afferma consapevolmente di non essere un poeta e quindi… gli rimangono solo le armi dell’ironia e dello spirito critico per osservare gli eventi che lo circondano e i propri simili.
Gli riesce però di scrivere in modo intelligente, raffinato, fluido e assolutamente musicale, grazie al sapiente e originale impiego della metrica, di cui si serve, misurandosi con virtuosismi che un orecchio esperto percepisce.
Per di più ignora intenzionalmente ogni retorica autoreferenziale e i giochi d’incastri improbabili o disarmonici: si permette licenze e varianti rispetto ai canoni classici e come maestro dell’enjambement annulla qualsiasi ritmo cantilenante che il rispetto costante delle accentazioni che il sonetto impone con gli endecasillabi.
Tullio Mariani (nella foto), attraverso i suoi versi dotati di grande forza emotiva, esalta l’Amicizia quale rimedio per dare continuità e senso al presente attraverso il passato.
Esalta i valori che da sempre cementano la saggezza dell’uomo e difende il mondo delle piccole cose quotidiane, raggiungendo la maturità per poter essere vero e proprio maestro di vita.
Tullio Mariani è nato nel 1947 a Sant’Elpidio a mare, anzi più precisamente a Casette d’Ete e dagli anni ’70 lavora per il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa, dapprima in Genetica e Citogenetica, passando poi alla Biofisica e infine alla Fisica applicata, con qualche incursione nella Statistica e nella progettazione elettronica analogica, collezionando pubblicazioni un po’ in tutti gli ambiti. Problemi di salute lo hanno costretto nel 2013 a un pensionamento non desiderato.
Al compiere del sessantesimo anno di età, con davanti a sé sempre meno tempo da vivere, Tullio Mariani sente il bisogno di scrivere, di ringraziare la vita di tutto quanto ha ricevuto:
“per il fiele ed il miele,/ per il prato e la palude,/ l’estasi e lo strazio…”; così conclude: “Lo so, non ci sarà più primavera…/ Godrò ancora qualche attimo fugace/ poi gusterò la luce della sera/ e l’assennata quiete dell’inverno./ Fu bello il viaggio, vita. Stiamo in pace.”