“Un caffè per la vittima” ottimo esordio di Pamela Luidelli

“Un caffè per la vittima” ottimo esordio di Pamela Luidelli


Un caffè per la vittima

di Pamela Luidelli

(AliRibelli , 2021)


Chi è Pamela Luidelli

Pamela Luidelli vive sul Lago Maggiore insieme alla famiglia e i loro due cani.
Appassionata di viaggi e castelli medievali, non perde occasione di girare per l’Europa e l’Italia. Amante della natura e degli animali è sostenitrice del Rifugio degli asinelli Onlus e socia del FAI. Oltre ad amare il teatro è una divoratrice di libri soprattutto gialli, noir, fantasy e storici.
Un caffè per la vittima, edito da AliRibelli nel 2021 è la sua opera prima, della quale Pamela sta già scrivendo il seguito.

Di cosa parla il libro

Dopo aver perso i genitori, il lavoro e il fidanzato, Beatrice decide di dare una svolta alla sua vita. Lascia, quindi, la sua amata Roma per trasferirsi in un paesino di cinquemila anime sul Lago Maggiore dove acquista un bar ormai chiuso da tempo e, dopo una disperata ristrutturazione, apre le porte ai suoi clienti.

 

Pamela Luidelli

Qui conosce personaggi autentici e bizzarri che ben presto si affezioneranno a lei. Tutti, a eccezione della sua rivale in affari, Annunciata Albume, titolare di una pasticceria, che cercherà in tutti i modi di metterle i bastoni tra le ruote.

La vita in paese sembra scorrere tranquillamente fino a quando Rosa, una delle studentesse che frequenta il bar, viene trovata morta in un bosco di proprietà del conte del castello, un uomo schivo e da anni invisibile ai paesani. Sul corpo della vittima viene rinvenuta una scritta che riporta il nome del bar e Beatrice è subito sospettata da De Gai, il nuovo maresciallo del paese.

Oltre a dover lottare per dimostrare la propria innocenza, Beatrice dovrà fare i conti con il suo peso in costante aumento e il suo passato, che spesso torna a tormentarla ma, soprattutto, con la sua perenne sfortuna, che la mette spesso in situazioni comiche e grottesche.

Che cosa ne pensa Lina Senserini

Un caffè per la vittima è uno di quei libri che inchiodano il lettore, pagina dopo pagina. Qualcuno potrebbe obiettare che è un giallo, dunque non potrebbe essere altrimenti. Invece non è scontato né usuale. Soprattutto quando a scrivere è un’autrice esordiente, come Pamela Luidelli, che tra le altre cose ha avuto la capacità di creare un amalgama omogeneo di situazioni e personaggi, estremamente ricco e vario.

 

A partire dalla protagonista, Beatrice, una trentacinquenne un po’ svalvolata e sfortunata, all’apparenza totalmente priva di concretezza, tanto che decide in quattro e quattr’otto di abbandonare le rive sicure del Tevere, vendere la casa dei genitori a Cisterna di Latina e investire tutto in un bar – comprato senza mai averlo visto prima – a Castel Lassù, un non meglio definito paesino sulle rive del lago Maggiore, dominato da un castello medievale, la principale attrattiva a parte il lago, se non fosse che il proprietario non vuole aprirlo alle visite.

È in questo sperduto borgo di cinquemila abitanti che si svolge tutta la storia. Intanto si scopre una Beatrice diversa, dotata di un’insospettabile tenacia, decisa a non darla vinta a chi scommetteva che avrebbe chiuso il bar dopo nemmeno una settimana. Intorno a lei si muovono una serie di personaggi che l’autrice riesce a caratterizzare alla perfezione.

Giovani studentesse salutiste al limite dell’anoressia, vecchiette curiose e ficcanaso, la ritrovata zia Tina, la parrucchiera e l’estetista, la Contessa solo apparentemente raffinata, gli strani vicini di casa della protagonista, da lei ribattezzati la famiglia Addams. E poi Baldassarre, il tristo agente immobiliare, la panettiera, Sergio e Gualtiero, l’onnisciente amica Maria, che da Roma segue con apprensione le vicende di Beatrice, il conte e il maresciallo dei carabinieri, solo per citarne alcuni.

Su tutti domina la terribile rivale in affari Annunciata Albume, l’antagonista perfetta e la chiave di volta della storia.
Mentre la giovane donna piano piano si inserisce nella vita del paese e gli affari al bar – che non a caso ha scelto di chiamare Nemesi – cominciano a girare, ecco il colpo di scena. Quello che non ti aspetti, quello che trasforma Un caffè per la vittima da gustosa storia di caduta e rinascita in un giallo con tutte le carte in regola: un omicidio.

Da lì tutto cambia per il paese e per la protagonista. Spuntano fuori nuovi personaggi e vecchie verità fino alla scoperta del colpevole.
In realtà c’erano state delle avvisaglie, come il sapiente inserimento tra un capitolo e l’altro, a intervalli irregolari, della corrispondenza, datata una trentina di anni prima, tra Domiziano e la sorella Alida, dei quali piano piano si scopre l’identità e il ruolo nella storia.

 

Dunque un giallo ben congegnato e suspense assicurata. Non resta che leggerlo per scoprire l’assassino.


Recensione a cura di Lina Senserini, giornalista e docente


 

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