Un tuffo negli anni ’50 e ’60…
Noi nati nei ’50 – Infanzia e adolescenza di un Toscano a metà del “secolo breve”
di Mauro Caneschi
(Sillabe di Sale Editore)
CHI E’ MAURO CANESCHI
Mauro Caneschi è un autore toscano che mi ha contattato tramite il Blog.
Laureato in Chimica Pura presso l’Università di Firenze, Diplomato in Gemmologia al G.I.A.
(Gemological institute of America) lavora come consulente nel campo dei Metalli Preziosi ed è insegnante di Chimica.Ha tenuto corsi presso l’Università La Bicocca di Milano e pubblicato articoli per La Nazione, Il Sole 24h, l’Orafo Italiano ed altre riviste del settore.
Noi nati nei ’50, il suo romanzo d’esordio, è stato presentato al Salone del Libro di Torino ed ha ottenuto una segnalazione particolare della Giuria del XXXIX Premio Letterario Casentino 2014.
DI COSA PARLA NOI NATI NEI ‘50
Mauro Caneschi racconta la storia della sua vita, dalla fanciullezza all’età adulta.
Ma non è soltanto la storia di un bambino, di un uomo, quella che andrete a leggere, perché le vicende personali sono legate indissolubilmente con quelle che hanno attraversato l’Italia e il mondo intero negli anni ’50 e ’60.
Devastata dal secondo conflitto mondiale, la vita economica italiana conobbe infatti tra la gli anni ’50 e ’60 una eccezionale fase di espansione.
Sono i “formidabili” anni del dopoguerra, quelli del Carosello, della Vespa e della Lambretta, del Lego e della Fiat 600, di Coppi e Bartali, del rock ‘n’ roll, dei blue jeans e del bikini. Per non parlare di Via Veneto e de La dolce vita, del sogno di Grace Kelly e il Principe Ranieri di Monaco …
Anni di incertezze e scommesse, ma sicuramente di grandi speranze. Un Paese da ricostruire e bisogni finalmente da soddisfare, per guardare al futuro con occhi nuovi.
Un decennio lungo per un secolo breve, così sono stati definiti quegli anni durante i quali l’Italia, povera ma bella, scommette sulla propria creatività e diventa “grande”.
COSA NE PENSO
Un racconto che mi sarebbe piaciuto leggere e perciò l’ho scritto: così mi ha detto Mauro Caneschi a proposito del libro. Questa frase mi ha molto incuriosito e devo dire che le aspettative non sono state deluse.
Chiunque leggerà questo libro, si accorgerà infatti già dalle prime pagine che Noi nati nei ’50 non è un romanzo né un saggio, tantomeno una autobiografia in senso stretto.
In genere nell’autobiografia, attraverso i ricordi, si pone l’accento sulla vita individuale e sulla personalità di chi scrive mentre qui non c’è soltanto questo.E’ vero che molte sono le riflessioni personali e che Caneschi parla della proprie esperienze, ma il protagonista non è soltanto lui, perché le sue vicende diventano quasi il pretesto per raccontarne altre: quelle dell’Italia degli anni ’50 e ’60.
L’autore infatti riesce, attraverso la sua storia personale, a tratteggiare bene quegli anni in cui una intera generazione non ha avuto altro scopo che scrollarsi di dosso gli orrori della guerra.
Sentimenti e valori ormai dimenticati, nessun compiacimento letterario, stile puro e asciutto ma non per questo meno incisivo.
E’ indubbiamente un libro che tutti coloro che hanno vissuto gli indimenticabili anni ’50 e ’60, ricchi di fermenti e sogni, leggeranno volentieri e con emozione, ma credo possa avere molte attrattive anche su chi è curioso di conoscere meglio un periodo storico che è entrato ormai a far parte definitivamente dell’immaginario collettivo. Insomma, una buona ed istruttiva lettura!
Lorenzo 4 July 2015
Ho letto il libro e concordo con la sua valutazione. L’unica cosa che secondo me è falsata, è l’impressione che si ottiene dalla recensione. Sembra infatti che si parli degli anni ’50, mentre leggendo il libro si evince che il riferimento è soprattutto agli anni ’60 e ’70. E’ lì infatti che si concentrano le riflessioni del protagonista. Non quindi ” un tuffo nei mitici anni ’50” ma ” Un tuffo nei mitici anni ’60 e ’70 ” !
Dianora Tinti 5 July 2015
Caro Lorenzo, mi fa molto piacere la sua precisazione. In effetti la storia prende l’avvio negli anni 50 ma si dipana nei decenni successivi. Nel titolo ho volutamente messo l’accento su quegli anni, perché ancora oggi evocano un periodo particolare. Senza dubbio il titolo da lei suggerito sarebbe stato più attinente al contenuto. Mi raccomando comunque: continui a seguirci e a segnalarci le sue opinioni!